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Ramaria flavobrunnescens (G.F. Atk.) Corner


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#1 MSN-VE

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Posted 16 May 2006 - 14:16 PM

SOCIETA’ VENEZIANA di MICOLOGIA
EX. 994
ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA
______________________________________________________________________________

Ramaria flavobrunnescens (G.F. Atk.) Corner, Ann. of Bot. Mem. Vol. I: 581, 1950.
Sinonimi: Clavaria flavo-brunnescens G.F. Atk., Ann. Mycol. VII: 367, 1909.

Carpofori: coralloidi, di taglia medio-piccola, alti 30-80 (120) mm e larghi 30-80 (100) mm, abbondantemente ramificati. Tronco basale non molto sviluppato, alto fino a 20 mm, largo in alto fino a 35 mm, obconico ma anche subcilindrico, singolo ma talvolta formato da due-tre elementi saldati insieme, biancastro, verso l’alto sfuma nel colore dei rami. Rami principali numerosi, larghi 5-10 mm all’attaccatura al tronco, assottigliati progressivamente verso l’alto e divisi in modo dico-policotomico diverse volte, di sezione rotondeggiante o vagamente angolosa, lisci o leggermente rugosi longitudinalmente. L’angolazione dell’attaccatura dei rami è in prevalenza ottusa (selle a U), terminazioni apicali con 2-4 puntine più o meno smussate. Il colore dei rami è giallo primula, giallo tuorlo chiaro, giallo zolfo, talora giallo-ocra in esemplari maturi; apici concolori con i rami, talvolta leggermente più chiari. Il fungo rimane immutabile alle contusioni. Carne bianca, immutabile, marmorizzata con il tempo umido, fragile nei ramoscelli apicali, più soda e fibrosa nel gambo; odore erbaceo leggero, sapore mite.
Polvere sporale: in massa giallo-ocra.
Reazioni macrochimiche: imenoforo debolmente ocra con idrossido di potassio 30% e idrossido di potassio 30%; grigio-verdastro con solfato ferroso; schiarisce debolmente con acido cloridico 24% e acido solforico 70%; rosato chiaro con fenolo 5%; imbrunisce leggermente con idrossido d'ammonio confezione commerciale.
Negativi: lattofenolo, idrato di cloralio, alcol etilico 95° e reattivo di Melzer, quest'ultimo limitatamente alla carne della porzione basale del tronco.
Habitat: specie americana, con buona distribuzione anche in Europa nei boschi di latifoglie, principalmente di Fagus sylvatica, ma altresì nei querceti, dalla collina alla montagna.

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#2 MSN-VE

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Posted 16 May 2006 - 14:51 PM

Spore: 8-10,3 (10,7) x 3,5-4,4 µm, leggermente lenticolari, oblunghe-subamigdaliformi viste di faccia, subcilindriche di profilo, ornamentate, giallastre in acqua, con apicolo evidente e parete sottile, iodio-negative; ornamentazione costituita da verruche, basse ed arrotondate, disposte irregolarmente, spesso con brevi connessioni che originano piccole creste irregolari, distintamente cianofile in blu-cotone. Basidi: 40-60 x 6-10,5 µm, cilindrico-clavati, tetrasporici, con sterigmi lunghi circa 4 µm, con giunto a fibbia basale; basidioli frequenti, di dimensioni più ridotte, specialmente nella larghezza. Sistema ifale: monomitico, costituito da ife generatrici cilindriche, settate, irregolari nel subimenio, più regolari altrove, larghe 2,5-20 µm, con parete liscia, poco spessa (fino a 1 µm nel tronco); ife gloeopore presenti, larghe 3-10 µm, cianofile in blu-cotone. Giunti a fibbia: presenti in tutti i tessuti.

Osservazioni
Ramaria flavobrunnescens si caratterizza per i carpofori giallo primula, giallo tuorlo chiaro, giallo zolfo, non imbrunenti alle manipolazioni, gli apici generalmente concolori, la taglia medio-piccola, l'angolazione dei rami prevalentemente ottusa (selle a U), le spore irregolarmente verrucose e i giunti a fibbia presenti ai setti.
Per le accennate caratteristiche si colloca all'interno della sez. Flavae Franchi & M. Marchetti in prossimità di Ramaria flavissima Schild e Ramaria brunneicontusa R.H. Petersen.
La specie di Schild (1998) possiede una taglia più grande, vive in ambiente mediterraneo sotto Quercus ilex, Arbutus unedo e Erica arborea e soprattutto ha spore più grandi e longitudinalmente striate, mentre quella di Petersen (1989) imbrunisce facilmente alle manipolazioni e ha spore molto più grandi.

Essiccata
MCVE 994. Leg. A. Sema. 15.08.2002. Passo del Pura, Ampezzo Carnico (UD).

Bibliografia
Corner E.J.H. - 1950: A monograph of Clavaria and allied genera. Annals of Botany Memoirs 1: 1-740, Pl. 1-16. Annals of Botany Company.
Corner E.J.H. - 1970: Supplement to "A monograph of Clavaria and allied genera". Beihefte zur Nova Hedwigia Heft 33 (1): 1-299, pl. 1-4. Verlag von J. Cramer, Lehre.
Franchi P. & M. Marchetti - 2001: Introduzione allo studio dei funghi clavarioidi. Corso di aggiornamento per micologi 21: 1-69. 84° incontro del Centro Micologico Lombardo, Monte Barro, 20-05-2001.
Franchi P. & M. Marchetti - 2001: Introduzione allo studio del genere Ramaria in Europa. Fungi non delineati raro vel haud perspecte et explorate descripti aut definite picti. Pars XVI: 1-104. Libreria Mykoflora, Alassio (SV).
Franchi P., M. Marchetti & M. Zugna - 2004: Funghi clavarioidi VII. Il genere Ramaria in Carnia. Rivista di Micologia LXVII (3): 249-266.
Raillère M. & M. Gannaz 1999: Les Ramaria européennes. Étude des espèces décrites en Europe. Clés - Descriptions - Comparaisons: 1-176. Fédération Mycologique Dauphiné-Savoie.


P. Franchi, M. Marchetti, M. Zugna
11.05.2006

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