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Volvopluteus gloiocephalus


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Inviato 08 dicembre 2009 - 10:04

Volvopluteus gloiocephalus (DC.) Vizzini, Contu & Justo

 

Basionimo: Agaricus gloiocephalus DC. [as 'glojocephalus'], in de Candolle & Lamarck, Fl. franç., Edn 3 (Paris) 5/6:   52 (1815)

Sinonimi: Agaricus gloiocephalus DC., in de Candolle & Lamarck, Fl. franç., Edn 3 (Paris) 5/6: 52 (1815).

Agaricus speciosus Fr., Observ. mycol. (Havniae) 2: 1 (1818).

Amanita speciosa Fr., Observ. mycol. (Havniae) 2: 1 (1818).

Pluteus speciosus (Fr.) Fr., Anteckn. Sver. Ätl. Svamp.: 34 (1836).

Volvaria gloiocephala (Fr.) Gillet, Hyménomycètes (Alençon): 388 (1876).

Volvaria speciosa (Fr.) P. Kumm., Führ. Pilzk. (Zwickau): 99 (1871).

Volvaria speciosa f. gloiocephala (DC.) Konrad & Maubl., Icon. Select. Fung. 6: 52 (1924).

Volvaria speciosa (Fr.) P. Kumm., Führ. Pilzk. (Zwickau): 99 (1871) f. speciosa.

Volvaria speciosa var. gloiocephala (DC.) R. Heim, Revue Mycol., Paris 1(Suppl.): 89 (1936).

Volvariella gloiocephala (DC.) Wasser, Ukr. bot. Zh. 45(6): 78 (1988).

Volvariella gloiocephala (DC.) Boekhout & Enderle, Beitr. Kenntn. Pilze Mitteleur. 2: 78 (1986).

Volvariella gloiocephala (DC.) Boekhout & Enderle, Beitr. Kenntn. Pilze Mitteleur. 2: 78 (1986) var. gloiocephala.

Volvariella gloiocephala var. speciosa (Fr.) Bon, Docums Mycol. 22(no. 88): 40 (1993).

Volvariella speciosa (Fr.) Singer, Lilloa 22: 401 (1951) [1949].

Volvariella speciosa f. gloiocephala (DC.) Courtec., Bull. Sem. Soc. Mycol. Nord 34: 16 (1984).

Volvariella speciosa (Fr.) Singer, Lilloa 22: 401 (1951) [1949] f. speciosa.

Volvariella speciosa var. gloiocephala (DC.) Singer, Lilloa 22: 401 (1951) [1949].

Volvariella speciosa (Fr.) Singer, Lilloa 22: 401 (1951) [1949] var. speciosa.

Volvariopsis gloiocephala (DC.) Murrill, N. Amer. Fl. (New York) 10(2) (1917).

Volvariopsis speciosa (Fr.) Murrill, N. Amer. Fl. (New York) 10(2) (1918).

 

Descrizione macroscopica
Pileo 80-120 mm di diametro, carnoso, inizialmente conico-campanulato, poi convesso, infine disteso con largo e basso umbone centrale. Cuticola glabra, liscia, viscosa a tempo umido, sericea e lucida con il secco, separabile dalla carne fino al disco, priva ogni sorta di decorazione o di fibrille radiali. Margine intero, liscio, con l’età può presentarsi brevissimamente striato per trasparenza. Colore interamente bianco puro, soltanto in vecchiaia la zona discale manifesta delle tonalità avorio.
Lamelle libere, arrotondate e distanti dal gambo, ventricose, fitte intramezzate da (1L./1-2 l.) lamellule, all’inizio bianche, poi grigio-rosate, infine rosa-brunastre, filo lamellare bianco, leggermente eroso.
Stipite 100-160 x 7-15 (20) mm, facilmente separabile dal pileo “eterogeneo”, di colore bianco, cilindrico, diritto, slanciato, glabro, svasato alla sommità, verso il basso termina con una base larga fino a 25 mm bulbosetta, avvolta da una volva membranacea, libera, bianca o appena biancastra in vecchiaia, inguainante e irregolarmente lacerata, altre volte fragile e fugace.
Carne bianca, molle, fragile ed acquosetta nel pileo, piuttosto fibrosetta nello stipite, negli esemplari giovani ed integri praticamente inodore ma, allo stropiccio, rilascia un odore leggero ma persistente di rapa, negli esemplari maturi l’odore rafanoide è ben percettibile, all’assaggio la carne è di sapore analogo.
Sporata con persistenti tonalità ocracee tanto da far fatica a trovare in essa tonalità rosate. (Seguy-131; Moser B-7).

 

Descrizione microscopia
Spore (11,17) 12,69-15,54 (17,17) x (7,14) 7,55-9,09 (9,91) µm, in media 13,87 x 8,26 µm, Q. = 1,60-1,75; Qm = 1,68; Vol. = 382-668; Vol.m = 502 µm³; ellissoidali in proiezione laterale, da subcilindriche a subovoidi in proiezione frontale, lisce, parete leggermente spessa, pigmentata di rosa se osservata al microscopio ottico in H2O.
Basidi 30-45 x 13-17 µm, Qm = 2,59; Vol.m = 4462 µm³; ventruti, tetrasporici ed in minima parte bi e monosporici.
Subimenio 6,5-17 x 7- 13 (16) µm, in media 10,6 x 10,3 µm, Qm = 1,03; Vol.m = 677 µm³; formato da una serie di 1-2 (3) cellule da subisodiametriche a subglobose.
Cheilocistidi 39- 92 (100) x 14-48 µm, Qm = 2,29; Vol.m = 33171 µm³; da ovoidi a largamente fusiformi, molto spesso con papilla sinuosa, lunga 2-8 x 2-3 µm, a largamente clavati o subobovoidi e privi di papilla, alle volte con 1-2 (3) setti nel pedicello basale.
Pleurocistidi 58-96 x 21-55 µm, Qm = 2,34; Vol.m = 54788 µm³; nelle forme simili ai cheilocistidi.
Trama lamellare inversa, formata da ife cilindriche, con diametro 4-26 (33) µm, settate.
Pileipellis di tipo ixocutis, spessa all’incirca 80-150 µm, formata da ife congofobe con diametro 3-6,5 µm, di forma cilindrica, settate, lassamente intrecciate ed immerse in un gel scarsamente congofilo, subpellis formata da ife cilindriche, settate, congofile, con diametro 6-28 µm e terminali da cilindrici a leggermente clavati ed in alcuni casi fortemente allargati con diametro 8,5-57 µm.
Caulopellis composta da ife filamentose a struttura lassamente intricata, cilindriche, settate, con diametro 2,5- 7,5 µm, frammiste a ife cilindrocitiche, più o meno inflate, con diametro (13) 16,5- 42,5 (50) µm, disposte prevalentemente parallele.
Velo universale formato prevalentemente da una struttura di ife fittamente aggrovigliate, filamentose, settate, con diametro 3,5-7 µm, rari i terminali subglobosi o sferocitici con diametro 26,5-36 µm, ancor più rara la presenza di terminali cilindrocitici con diametro fino a 12 µm.
Giunti a fibbia non osservati in nessun tessuto del basidioma.

Materiali e Metodi: lo studio è stato effettuato su materiale fresco, in alcuni casi ci siamo valsi del supporto di foto macro a forte risoluzione e di uno stereo microscopio Optech trinoculare.
I preparati e le misure microscopiche sono stati eseguiti usando come mezzo di governo H2O, ed ove necessario, Rosso Congo Ammoniacale 2%.
Le misure sporali si basano su 80 misurazioni, per le rimanenti tipologie cellulari si sono effettuate da 20 a 30 misurazioni a tipologia.
Le foto macro sono state effettuate in studio con l’ausilio di una fotocamera Reflex EOS 50D + obiettivo Canon EF 100mm f/2.8 Macro USM.
Le osservazioni e le foto relative alla microscopia, sono state eseguite con fotocamera Reflex EOS 50D con supporto del software dedicato “EOS Utility-Live View” e l’ausilio di un microscopio biologico Optech Biostar B5 con testa trinoculare, supportato da ottiche Plan-APO, Illuminazione alogena 12V-50W a luce riflessa con regolatore di intensità.
Le misure di tutti gli elementi sono state effettuate con il software di calcolo Mycométre.
Le collezioni d’erbario sono conservate in erbario di A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso.

Raccolte ed Habitat: N. scheda: 4197. Data di ritrovamento: 03/12/2009. Località: RIO STORTO. Comune: MUGGIA (TS). Coordinate geografiche: 131414. Altezza slm: 5. Habitat: In prato incolto, su terreno azotato. Determinatore: Zugna M. Legit: Brazzati Diego

Osservazioni: Volvariella gloiocephala non crea problemi, dal lato determinativo, in quanto specie che ben si caratterizza, dal lato macroscopico per la sua taglia, microscopicamente per le spore che arrivano a 17 µm.
L’unica rappresentante, del suo genere, che, per taglia, potrebbe arrivare a simili proporzioni “ed anche superarla” è Volvariella bombycina, questa però, possiede aspetto e trofismo differenti e spore inferiori a 10 µm; le altre specie appartenenti al genere Volvariella sono tutte di taglia minima ed in ogni caso possiedono spore inferiori a 10 µm.
Un discorso a parte meriterebbe il colore pileico (bianco candido) di questa raccolta. Noi, in passato, abbiamo ritrovato spesso Volvariella gloiocephala con la sua tipica colorazione pileica plumbea (grigio più o meno intenso).
Inoltre, abbiamo focalizzato l’attenzione sulla sulla presenza, o meno, di una breve striatura al bordo del pileo. Proprio in questi giorni abbiamo potuto osservare degli esemplari di Volvariella gloiocephala di colore tipico ed in tutti gli stadi di maturazione, senza il minimo accenno di striatura, il che fa pensare che la striatura del bordo pileico, data la sua volubilità, non possa essere ritenuto un elemento valido da poter incidere a livello tassonomico, nemmeno varietale.
D’altro canto, anche nella raccolta in oggetto, si può notare appena un minimo accenno di striatura marginale, dovuta più all’impronta lamellare sottostante che ad una vera e propria striatura.
Ciò andrebbe ad inficiare la voce che prevede una striatura sempre presente negli esemplari grigi e sempre assente in quelli bianchi.
In quanto all’istituzione di una forma alba per differenziarla dalla forma grigia, non vedo perchè non si potrebbe fare, visto che, Fries, nell’istituire Amanita speciosa ( Fries 1818), descrive un fungo con - Pileo campanulato,subviscoso albo, disco griseo -. Noi non siamo in possesso della descrizione originale di Agaricus gloiocephalus DC., in de Candolle & Lamarck ma, se anche questo dovesse descrivere un fungo con tonalità pileiche grigiastre “il che non mi stupirebbe”, non vedo perche (anche per fare luce sulle molte sinonimie), non si potrebbe istituire il taxon Volvariella gloiocephala (DC.) Boekhout & Enderle f. alba ad interim. e separare una buona volta la forma grigia dalla forma bianca.

Bibliografia consultata

Bas, C., Kuyper, Th.W., Noordeloos, M.E. & Vellinga, E.C. (eds) 1990. Flora Agaricina Neerlandica 2. Pleurotaceae, Pluteaceae, and Tricholomataceae (1). Rotterdam: Balkema. 137 pp.

Boekhout T.  1986. Notulae ad Floram Agaricina Neerlandicam – XII ; Persoonia, Vol., 13, Part 2, pp. 197-211 (1986)

Breitembach J. & F. Kranzlin – 1995. Champignons de Suisse, vol. 4.

Justo A, Minnis AM, Ghignone S, Menolli N. Jr, Capelari M, Rodrıguez O, Malysheva E, Contu M, Vizzini A. - 2010. Species recognition in Pluteus and Volvopluteus (Pluteaceae, Agaricales): morphology, geography and phylogeny. Mycological Progress, (http://dx.doi:10. 1007/s11557-010-0716-z.

Justo A, Vizzini A, Minnis AM, Menolli Jr N, Capelari M, Rodríguez O, Malysheva E, Contu, M, Ghignone S, Hibbett DS (2010). Phylogeny of the Pluteaceae (Agaricales, Basidiomycota): Taxonomy and character evolution. Fungal Biology (http://dx.doi.org/10...bio.2010.09.012

Moser M. - 1980: Guida alla determinazione dei Funghi, vol. 1.

Kühner R. & H. Romagnesi - 1974: Flore Analytìque des Champignons Supérieurs.

Malençon G. & Bertault R., 1970 : Champignons supérieurs du Maroc et de l’Afrique du nord, Tome 1, Rabat.

Orton P.D. - 1986: British Fungus Flora, 4 Pluteaceae: Pluteus & Volvariella.


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Volvariella gloiocephala (DC.) Boekhout & Enderle, Beitr. Kenntn. Pilze Mitteleur. 2: 78 (1986)

in foto: pileipellis

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Volvariella gloiocephala (DC.) Boekhout & Enderle, Beitr. Kenntn. Pilze Mitteleur. 2: 78 (1986)

in foto: cheilocistidi

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Volvariella gloiocephala (DC.) Boekhout & Enderle, Beitr. Kenntn. Pilze Mitteleur. 2: 78 (1986)

in foto: pleurocistidi

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Volvariella gloiocephala (DC.) Boekhout & Enderle, Beitr. Kenntn. Pilze Mitteleur. 2: 78 (1986)

in foto: basidi

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in foto: basidi e subimenio

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in foto: ife della trama lamellare

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in foto: spore

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in foto: spore

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in foto: spore, le misure

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in foto: caulopellis

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in foto: velo universale

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