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Russula roseoaurantia


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Posted 18 March 2011 - 10:29 AM

Russula roseoaurantia Sarnari, Boll. Assoc. Micol. Ecol. Romana 10(no. 29): 20 (1993)

Sinonimi: Russula incarnata Quél. Ss. J. Blum 1962 p. p., Les Russules: 45, non ss. Quél. 1883, Ass. Fr. Av. Sci., 11: 396 (= R. velutipes Velen.).
Russula lactea Fr. 1838, Epic.: 335 (sp. Nov.) ss. Singer 1935, Ann. Myc., 33: 318, non A. lacteus Pers. 1801, Syn.: 439 (= R. lepida), non A. lacteus Pers. 1801, Sin. : 394: Fr. (Mycena lactea), nec. Ss. Fr., Cooke, Jul. Schäffer, Romagn. 1967, Bon (= R. lepida var. lactea), nec ss. Melzer & Zvára, Bres., Kühner & Ronagn. (= R. vesca).
Esclusi: R. lactea Fr. Ss. Einhell. 1996 ("R. lactea (Pers.) Bres."), Z. f. P., 62 (1): 3.
R. cremeoflavescens Reumuaux 1996, Russ. Rar.: 283 (= forma di R. lilacea).

Posizione sistematica: Russulaceae, Russulales, Incertae sedis, Agaricomycetes, Basidiomycota, Fungi

Diagnosi originale
Species parva, mediocriter carnosa, pileo 30-50 (62) mm lato, e convexo parum depresso, margine laevi, cute secernibili, velutina, in centro granulosa, colore e ochraceo aurantiaco, aliquando discolore, albida, vel plus minusve roseo soffusa. Lamellis obtusis, saepe ad stipitem rotundatis, albidis, fragilibus.
Stipite 20-47 × 8-12 mm, claviformi, ± superne dilatato, pruinoso, albido, vix griseascente, aetate spongioso vel vix lacunoso. Carne subinodore, sapore miti, cum Guaiaco caerulescente. Sporis in cumulo albidis (Ia, sive Ib in codice Romagnesii), obovoideis, 7,2-8,8 × 6,4-7,2 µm, verrucis 0,5-0,6 µm altis, cristis intermixtis, parum ramificatis, Basydiis 34-44 (50) × 10,5-14 µm. Cystidiis 52-70 × 9-11 µm. Cute pilis plus minusve clavatis, usque (5) 6-8 µm latis, hyphisque primordialibus conglutinatis x 4,5-6 (7) µm. Habitatione in silvis frondosis (faginetis vel castanetis), gregaria vel solitaria; rara. Holotypus sub tegmine fagetorum lectus (Colle Bertone 17-8-91); in Herb. I.B. conservatur n. 93/600.
Holotypus: Sarnari 93-600 (IB) Europe: Italy: Terni: Colle Bertone, near Polino. Under Fagus silvatica

Quadro macroscopico della raccolta
Basidiomi di dimensioni medio piccole e consistenza mediocre.
Pileo diametro 40-50 mm, all'inizio subgloboso, poi convesso, infine disteso con leggera depressione al disco, orlo non scanalato con il secco, margine intero. Cuticola separabile, con l'umido viscosa e brillante, rugosetta al disco nell'exsiccata, di colore fondamentalmente bianco o biancastro, soffusamente ocracea negli exsiccata.
Lamelle adnate, da diritte ad lievemente sinuosette, abbastanza spaziate, fragili, raramente bifide all'inserzione allo stipite, scarsamente anastomosate, intervenate ai seni, costantemente di colore bianco, raramente intramezzate da lamellule molto allungate, filo lamellare intero, concolore.
Stipite 40-50 x 10-20 mm, cilindrico, leggermente svasato all'apice, con base di pari larghezza o solo lievemente allargata, pruinoso nella porzione superiore, quasi liscio altrove, di colore bianco, con corteccia piuttosto spessa, all'inizio pieno poi midolloso lacunoso.
Carne bianca, appena ocracea alla manipolazione. Odore non testato. Sapore dolce.
Sporata: "Ottenuta su vetrino posto in exsiccatum" biancastra = IIa - IIc (codice di Romagnesi).

Reazioni macrochimiche SV su exsiccatum = nullo.
(Fide Legit) FeSo4 = giallo-arancio. Guaiaco = verde scuro. Fenolo = marroncino. KOH = nullo.


Quadro microscopico della raccolta
Spore (6,88) 7,53-9,16 (10,21) x (5,82) 6,16-7,46 (7,99) µm, in media 8,31 x 6,82 µm, Q. = (1,10) 1,13-1,30 (1,42); Q.m. = 1,22; Vol. = (123)147-263 (338) µm³ ; Vol.m. = 205 µm³; da obovoidi a ellissoidi in proiezione laterale, da sub ellittiche a subglobose in proiezione frontale, ornate da basse verruche ottuse, alte 0,5-0,7 µm, perlopiù isolate ma anche riunite file composte da 3-4 verruche a formare brevi creste, saltuariamente riunite da bassi connettivi a formare delle maglie aperte, a zone, ma mai un vero e proprio reticolo. Plaga ilare amiloide.
Basidi 33-42 x 10-14 µm, in media 38,77 x 11,59 µm, Q.m. = 3,19, Vol.m = 2582 µm³, sia tetrasporici che bisporici, clavati, sterigmi lunghi 5-6 µm.
Cistidi imeniali (43) 47,5-78,5 (81) x (6,5) 7-10 (11,5) µm, in media 63 x 9 µm, Q.m. = 3,51; Vol.m. = 1200 µm³, sub-cilindrici, fusiformi, la maggior parte con appendice apicale lunga fino a 9 µm; poco numerosi. Pleurocistidi non molto numerosi, simili per forme, misure e reazione chimica.
Pileipellis formata da peli flessuosi, cortamente plurisettati, con terminale largo (2,85) 3,36-7,33 (8,24) µm, in media 5,5 µm, apice soventemente clavato, spesso subcilindrico, in alcuni casi attenuato.
Ife primordiali larghe (3,36) 3,38-5,20 (5,51) µm, plurisettate, molto abbondanti, cilindriche, settate, riunite in ciuffi, più raramente libere, setto terminale cilindrico con apice finemente attenuato. Pareti fortemente incrostate, a placchette o anelli, dopo il trattamento nella Fucsina, meno il setto terminale, il quale assorbendo poco il colore manifesta incrostazioni scarse.

Reazioni microchimiche
Elementi imeniali e della pileipellis insensibili dopo il passaggio SBA-SV.
Ife primordiali incrostate dopo il trattamento con Fucsina fenolica + Acido Cloridrico.

Osservazioni
Per la peculiarità delle sue caratteristiche anatomiche, R. roseoaurantia si colloca nel Sottogenere Incrustatae Romagn., Sottosez. Lilacinae Melzer & Zvara.
Russula rosea Pers., 1796, può schiarire sino ad assumere sembianze simili a R. roseoaurantia, differisce da questa per la reazione rosso puro alla Sulfovanillina, nell'exsiccatum.
Mauro Sarnari, nel recensire la pubblicazione monografica "Le Russule" (Galli 1996), a riguardo di Russula incarnata Quél. scrive testualmente: determinazione corretta! Non di meno, questa puntualizzazione e funzionale a quella che segue. Infatti, nella didascalia si afferma che "R. roseoaurantia Sarnari potrebbe rappresentare una varietà di R. incarnata poco più grande, anche nelle spore, e più colorata, con gradazioni ocra arancio albicocca". Ciò costituisce una evidente misinterpretazione, poiché R. roseoaurantia e un sinonimo (nomen novum!) di R. incarnata ss. Auct. (Galli compreso). Infatti, questa sinonimia riguarda 1'omonima 'specie intesa nel senso incorrettamente stabilito da Blum, escludendo invece quello originario di Quélet 1882 (1'intestatario del taxon), nonché il senso correttamente applicato da Bresadola, Singer, J. Shaeffer (= R. velutipes; ovvero "R. aurora", nella nomenclatura adottata da Galli). Ovviamente, si tratta di nostre personali conclusioni, fondate sul riesame del protologo e sulla ricostruzione delle vicende nornenclatoriali del taxon "incarnata". e bene ricordare che altri Autori (Singer 1935 – >1986, Nicolaj 1978, Cetto 1989), chiamano questa specie R. lactea. Noi abbiamo optato per R. roseoaurantia nom. novum., rinunciando a R. incarnata (nome incorretto e ambiguo, poco inserito nel linguaggio corrente) e a R. lactea (idem)-.
A riguardo di Russula lactea Pers. Fr. 1838, sempre (Sarnari 1998), nelle note della chiave delle Lilaceinae, a piè di pagina, scrive: "R. lactea" è un nomen confusum, interpretato alle volte come albino di R. lepida, di R. vesca, o come forma di esse strettamente correlata. Il senso più recente e originale è quello stabilito da Einhellinger (1996), ma la Lilaceinae da lui descritta chiede di essere rinominata. R. einhellingeri sp. nov. (= R. lactea Fr. ss. Einhell., non ss. Fr 1838, non ss. Auct. Var.).
Per quanto riguarda il nostro punto di vista a riguardo di questa raccolta "ed altre albine simili", non avendo che pochissima esperienza in merito, ci accostiamo al pensiero esposto dagli esimi Autori su riportati, ricalcando il fatto che, tutte le caratteristiche da noi riscontrate, sia macroscopiche che microscopiche, collimano senza dubbio con la diagnosi originale di R. roseoaurantia.

Materiali e Metodi
Lo studio è stato compiuto su materiale secco, reidratato in KOH 2%, in Ammoniaca 2% o in H2O secondo i casi.
I preparati sono stati osservati usando come mezzo di governo H2O; ove necessario, si è adoperato Rosso Congo Ammoniacale 2% per meglio evidenziare le differenti tipologie cellulari, Sulfovanillina = (SV) e Sulfobenzaideide = (SBA) per testare la reazione di pileocistidi e cistidi imeniali.
Le misure microscopiche sono state eseguite con il software di calcolo Mycométre gentilmente fornitoci dal Sig. Georges Fannechère e prelevabile a questo indirizzo http://mycolim.free.fr. Le misure sporali si riferiscono a 100 unità, effettuate in proiezione laterale o, nel caso di spore inequilaterali anche in proiezione frontale, ottenute da sporata, scartando spore ancora evidentemente immature e senza tenere conto di eventuali ornamentazioni che, nel caso, si sono misurate a parte, per le rimanenti tipologie cellulari si sono fatte un minimo di 30 misure a tipologia.
Per la terminologia riguardante la tipologia delle caratteristiche macro e microscopiche, si fa riferimento a Else C. Vellinga1998: Flora Agaricina Neerlandica 1- Chapter 8; Glossary.
Per quanto riguarda la nomenclatura aggiornata ed i nomi degli Autori, abbiamo fatto riferimento a http://www.indexfung...names/Names.asp e http://www.mycobank.org/MycoTaxo.aspx .
Per le osservazioni dei caratteri macroscopici, in alcuni casi, ci siamo valsi di uno stereo microscopio Optech trinoculare e del supporto di foto macro ad alta risoluzione. Le foto concernenti la microscopia, sono state eseguite con l'ausilio di una fotocamera Reflex EOS 50D, posto sul terzo occhio del trinoculare di un microscopio biologico Optech Biostar B5, supportato da ottiche Plan-APO, illuminazione alogena 12V-50 W a luce riflessa, con regolatore d'intensità. Le collezioni d'erbario sono conservate nell'erbario A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso.

Dati relativi alla raccolta: N. scheda: 4635. Data di ritrovamento: 06/07/2010. Località: Bosco di Riano. Comune: Rocca Santa Maria. Coordinate geografiche: 339; III; TERAMO. Altezza slm: f. 3. Habitat: Bosco di Fagus sylvatica Determinatore: Zugna M. Legit: de Ruvo B.
Data inserimento in erbario: 15/03/2011

Bibliografia consultata
BON M. (1988) - Clé monographique des russules d'Europe, Doc. myc Tome XVIII - N° 70-71.
CETTO, B. (1989-1993) - I funghi dal vero, I-VII. Saturnia, Trento.
Cesalena Z. (1991) – Il genere Russula. Gruppo Micologico Bresadola - Vigevano
COURTECUISSE, R. & DUHEM, B. (1994) - Champignos de France et d'Europe. Lousanne.
Galli R. (1996) - Le russule Ed EN – EDINATURA.
Kränzlin F., 2005- Champignons de Suisse. Tome 6. Russulaceae. Luzern, 340 pp.
Romagnesi H. (1967) - Les Russules dìEurope et d'Afrique de Nord. Bordas, Paris.
Sarnari M. (1998) - Monografia illustrata del Genere Russula in Europa, Tomo primo.


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In foto: pileipellis rosso Congo amm. 6%

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In foto: pileipellis Fucsina

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In foto: elementi imeniali, rosso Congo amm. 6%

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In foto: elementi imeniali, SBA

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In foto: elementi imeniali, SV

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In foto: spore, Melzer

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