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Hebeloma laterinum (Batsch) Vesterh. (2005)


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#1 marinetto

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Inviato 24 luglio 2015 - 22:20

Hebeloma laterinum (Batsch) Vesterh., Fungi of Northern Europe (Greve) 3: 106 (2005)

 

Sinonimi: Agaricus laterinus Batsch, Elench. fung., cont. sec. (Halle): [column] 29, tab. 33:195 (1789).

Agaricus senescens Batsch, Elench. fung., cont. sec. (Halle): 35 (1789).

Hebeloma edurum Métrod ex Bon, Docums Mycol. 16(no. 61): 16 (1985).

Hebeloma edurum Métrod, Revue Mycol., Paris 11: 80 (1946).

Hebeloma senescens Berk. & Broome, Ann. Mag. nat. Hist., Ser. 5 9: no. 1941 (1882).

Hebelomatis edurum Locq., Fl. Mycol., 3. Cortinariales-A.: 146 (1979) [1977]

 

Posizione sistematica: Strophariaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Agaricomycotina, Basidiomycota, Fungi.

 

Descrizione macroscopica della raccolta

Pileo subemisferico da giovane, poi convesso alla fine piano-emisferico, margine diritto, alle volte leggermente scanalato, viscido con tempo umido, lucido con il secco, da beige a beige-ocraceo, crosta di pane, maculato di brunastro-nocciola in età avanzata.

Lamelle ventricose, sinuosette, smarginate al gambo, intercalate da 3-5 lamellule, in gioventù beige-ocracee, in seguito ocraceo-brunicce, infine brunastre, filo lamellare leggermente più chiaro, molto finemente crenulato, micro-gocciole non osservate. Sporata bruno tabacco.

Stipite cilindrico, con base allargata, da pieno a fistoloso, concolore al pileo, imbrunente verso la base, ricoperto da scagliette su buona parte della superficie.

Carne biancastra nel pileo e nella parte superiore dello stipite, ocraceo-brunastra in basso. Basidiomi imbrunenti, soprattutto verso il basso. Nell’exsiccatum la base e le parti lese anneriscono.

Odore “fide Legit”, vagamente dolciastro.

Sapore dolce dopo masticazione prolungata “exsiccatum”.

 

Descrizione microscopica della raccolta

Spore (9,2) 10,0 - 10,71 - 11,3 (11,9) x (5,4) 5,6 - 6,03 - 6,3 (6,6) µm, Q. = (1,5) 1,6 - 1,78 - 1,8 (2,0), Vol. = (149) 174 - 204,7 - 231 (261) µm³, in proiezione laterale amigdaliformi, spesso con papilla liscia, un po’ schiacciata, subovoidi in proiezione frontale, distintamente verrucose (O1), saltuariamente caliptrate, perisporio allentato (P0-1), fortemente destrinoidi (D4), parete spessa, apiculo ialino

Basidi (23,4) 25,0 - 28,12 - 32,2 (34,0) x (6,3) 6,8 - 7,46 - 8,1 (8,7) µm, Q. = (2,87) 3,41 - 3,78 - 4,35 (4,57), Vol. = (499,4) 612,6 - 825,6 - 968,2 (1371,8) µm³, da strettamente clavati con restringimento ventrale a subcilindrici, tetrasporici, raramente bisporici.

Trama lamellare formata da ife cilindriche, ialine, subimenio pseudoparenchimatico.

Cheilocistidi (13,9) 19,3 - 23,95 - 30,7 (35,2) x (3,3) 3,7 - 4,31 - 4,9 (5,3) µm, Q. (3,0) 4,0 - 5,62 - 7,0 (7,8), Vol. = (116) 148 - 235,9 – 352 (385) µm³, sostanzialmente cilindrici, leggermente flessuosi, spesso con uno o, più raramente, due setti basali, in pochi casi con apice leggermente allargato, raramente sublageniformi, disposti densamente su tutto il filo lamellare; pleurocistidi assenti.

Pileipellis formata da un ixocutis spessa 163 - 525 µm, composta da ife cilindriche 3,0 - 5,0 µm, congofile, disposte disordinatamente, molto frequentemente spezzate ed immerse in un gel, terminali di pari spessore o appena più larghi. Suprapellis formata da ife filiformi, cilindriche, con diametro 2,5 – 5,2 µm, ialine, o leggermente pigmentate, parete liscia o finemente incrostata. Mediostrato pseudoparenchimatico.

Caulopellis prelevata ad 1/3°, disposta in cutis formata da ife cilindriche, ialine a parete liscia o finemente incrostata con diametro (2,6) 2,9 - 3,30 - 4,9 (5,0) µm.

Caulocistidi (12,9) 17,9 - 25,04 - 36,0 (37,3) x (4,1) 4,1 - 4,67 - 5,6 (5,9) µm, Q. = (2,8) 3,6 - 5,36 - 7,4 (7,7), Vol. = (140) 163 - 294,5 - 496 (556) µm³, presenti ma molto radi simili ai cistidi imeniali nelle forme.

Giunti a fibbia abbondantemente presenti in tutti i tessuti del basidioma.

 

Osservazioni

L’odore tipico, forte ma piacevole, come quello del cioccolato è, solitamente, l’elemento principale che viene usato dai micofili per determinare e distinguere H. laterinum dai suoi simili (anche se non è l’unico Hebeloma a possedere questa prerogativa), in esso l’odore risulta particolarmente forte, avvertibile già alla prima annusata. Nel nostro caso, mancando la certezza assoluta, abbiamo dovuto affrontare strade diverse.

L’amico Bruno de Ruvo, che ha fatto questa raccolta, ha descritto sinteticamente l’odore come “vagamente dolciastro”. Di seguito, onde poter escludere gli ebelomi con odori simili, inclusi quelli che possiedono odore caramelloso o saponoso si è dovuti ricorrere ad un attento esame delle caratteristiche microscopiche.

Naturalmente gli ebelomi con tipico odore rafanoide e/o quelli caratteristici per Habitat o habitus particolari, sono stati esclusi già dall’inizio.

Alla fine, l’indizio più eloquente si è rivelato la misura e la forma notevolmente piccola dei cheilocistidi, la quale, sommata alla misura sporale e alle caratteristiche che queste hanno manifestato, non hanno lasciato dubbi in merito.

Le due specie che più si avvicinano a H. laterinum sono: H. birrus, con odore cioccolatoso abbastanza simile anche se meno forte, misto ad un sentore rafanoide. La seconda specie è H. hetieri, esso possiede un odore saponoso-floreale. Entrambe le specie possiedono un quadro microscopico notevolmente differente.

                                                                                                                                      

Materiali e Metodi

Lo studio è stato compiuto su exsiccatum. I preparati sono stati osservati usando come mezzo di governo H2O. Ove necessario, si è adoperato Rosso Congo Ammoniacale 6% per meglio evidenziare le differenti tipologie cellulari.

Il reagente di Melzer è stato utilizzato per l’accertamento della destrinoidia delle spore e la loro eventuale ornamentazione. Le misure microscopiche sono state eseguite con il software di calcolo Mycométre gentilmente fornitoci dal Sig. Georges Fannechère e prelevabile a questo indirizzo http://mycolim.free.fr. Le misure sporali si riferiscono a 100 unità, effettuate in proiezione laterale, ottenute da altre zone non imeniali, scartando spore ancora evidentemente immature e senza tener conto di eventuali ornamentazioni. La misura dei cheilocistidi rappresenta solo il segmento terminale. Per le rimanenti tipologie cellulari si sono eseguite un minimo di venti misure a tipologia.

Le misure sottolineate si riferiscono alle medie.

Per la terminologia riguardante la tipologia delle caratteristiche macro e microscopiche, si fa riferimento a Else C. Vellinga 1998: (Flora Agaricina Neerlandica 1- Chapter 8; Glossary). Per quanto riguarda la nomenclatura aggiornata e gli Autori delle specie, nella maggior parte dei casi, si è fatto riferimento all’Index Fungorum http://www.indexfungorum.org/ e http://www.mycobank.org/MycoTaxo.aspx . Per le osservazioni dei caratteri macroscopici, in alcuni casi, ci siamo valsi di uno stereo microscopio Optech trinoculare e del supporto di foto macro ad alta risoluzione. Le foto concernenti la microscopia, sono state eseguite con l’ausilio di una fotocamera Reflex EOS 50D, posto sul terzo occhio di un microscopio biologico Optech Biostar B5, supportato da ottiche Plan-APO, illuminazione alogena 12V-50 W a luce riflessa, con regolatore d'intensità. Le collezioni d’erbario sono conservate nell'erbario A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso.

 

Dati di raccolta

N. scheda: 5364. Data di ritrovamento: 11/12/2014. Località: Riserva Borsacchio. Comune: Roseto degli Abruzzi (TE). Coordinate geografiche: 42°42'13.09"N 13°59'51.60"E. Altezza s.l.m.: 3. Habitat: Boschetto di Quercus ilex. Legit: de Ruvo B. Determinatore: Zugna M. Data inserimento in erbario: 20/07/2015.

 

Bibliografia
BON M. (2002) - Clé de determination du genre Hebeloma. Doc. mycologiques, Tome XXXI, Fascicule n°123, 3-40.

BREITENBACH J. & F. KRÄNZLIN (2000) - Champignons de Suisse, tome 5. Mykologia, Lucerne.

GRILLI E. (1997) - Ridescrizione dei caratteri micromorfologici di H. hiemale. BGMB 40 (2-3): 251-260, 1997.

LA CHIUSA L. (1999) - Contributo allo studio del genere Hebeloma, RdM, 1999, 3: 221-240

LA CHIUSA L. – (2007) - Introduzione allo studio del genere Hebeloma. BGMB (n.s.) 50 (1-3): 7-114.

VESTERHOLT J., (2005) - The genus Hebeloma; Fungi of Northern Europe, Vol. 3.

ZUGNA M., (2009)Hebeloma hetieri; http://www.ambmuggia...beloma-hetieri/.

ZUGNA M., (2012)Hebeloma birrus; http://www.ambmuggia...ebeloma-birrus/.

 

 

Photo by: Bruno de Ruvo

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Hebeloma laterinum (Batsch) Vesterh., Fungi of Northern Europe (Greve) 3: 106 (2005)

In foto: pileipellis

 

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Hebeloma laterinum (Batsch) Vesterh., Fungi of Northern Europe (Greve) 3: 106 (2005)

In foto: cheilocistidi

 

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Hebeloma laterinum (Batsch) Vesterh., Fungi of Northern Europe (Greve) 3: 106 (2005)

In foto: cheilocistidi e basidi

 

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Hebeloma laterinum (Batsch) Vesterh., Fungi of Northern Europe (Greve) 3: 106 (2005)

In foto: spore, Ammoniaca 6%

 

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Hebeloma laterinum (Batsch) Vesterh., Fungi of Northern Europe (Greve) 3: 106 (2005)

In foto: spore, Melzer

 

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Hebeloma laterinum (Batsch) Vesterh., Fungi of Northern Europe (Greve) 3: 106 (2005)

In foto: spore, misure

 

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Hebeloma laterinum (Batsch) Vesterh., Fungi of Northern Europe (Greve) 3: 106 (2005)

In foto: caulopellis, caulocistidi

 

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