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Panaeolus olivaceus


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Posted 13 March 2018 - 23:08 PM

Panaeolus olivaceus F.H. Møller, Fungi of the Faeröes, Part I: Basidiomyceten: 171 (1945)

 

 

DATI DELLA RACCOLTA.

  

   I reperti, in ottimo stato di essicazione e conservazione, sono a cura di Samuel Bonifazi che ringrazio per la dovizia di esemplari, direi molto interessanti, che mi ha inviato, tutti relativi al suo luogo di elezione per la raccolta di funghi, quel bellissimo Monte Subasio che ho frequentato da giovane. Il reperto attuale è su sterco non specificato a circa 1.000 metri di altezza sul Monte Subasio, presso Assisi e Spello (PG). Dalla foto si rileva un cappello di circa 15 mm., molto campanulato, semi-globato, igrofano, privo di veli sia sul pileo che al margine, di colore camoscio, piuttosto chiaro; il gambo è tipicamente cosparso di minutissime goccioline come tipico in una serie di specie che ruotano attorno a Panaeolus acuminatus, foenisecii, fimicola, olivaceus, cinctulus, ecc…; il gambo possiede un colore simile al cappello con riflessi rosati e la sua base, infissa nel substrato, presenta una nutrita peluria bianca per fittissime rizomorfe. Le lamelle sono tipicamente spotted, piuttosto larghe, largamente adnate, discendenti in un cappello che difficilmente si distende da semi-globato verso un convesso.

 

DATI MICROMORFOLOGICI.

 

   Spore. Sono state effettuate ben 5 misurazioni (nelle due viste laterale e ventrale) con Piximètre che hanno prodotto risultati molto attendibili: vista later.1= (14.35) 14.45 - 15.54 (16.02) × (9.43) 9.66 - 10.12 (10.20) µm; Q = (1.43) 1.50 - 1.55 (1.57) ; N = 7; Me = 15.01 × 9.89 µm ; Qe = 1.52. vista ventrale 1= (14.44) 14.91 - 15.70 (17.45) × (9.92) 9.98 - 11.19 (11.65) µm; Q = (1.34) 1.35 - 1.58 (1.62) ; N = 14; Me = 15.46 × 10.72 µm ; Qe = 1.45. vista lat. 2= (13.09) 13.59 - 16.02 (16.59) × (6.13) 7.47 - 9.30 (9.41) µm; Q = (1.48) 1.61 - 2.06 (2.40) ; N = 13; Me = 14.85 × 8.05 µm ; Qe = 1.87. vista ventr. 2= 14.07 - 16.12 × 8.56 - 10.74 µm; Q = 1.31 - 1.71 ; N = 5; Me = 14.94 × 9.77 µm ; Qe = 1.54. vista lat. 3= (13.18) 13.24 - 17.12 (17.95) × (7.49) 8.06 - 10.04 (10.39) µm; Q = (1.47) 1.54 - 1.73 (1.77) ; N = 10; Me = 14.67 × 9.05 µm ; Qe = 1.62. vista vent. 3= (13.84) 14.02 - 17.00 (17.86) × (9.09) 9.92 - 10.68 (11.97) µm; Q = (1.32) 1.33 - 1.70 (1.71) ; N = 8; Me = 15.41 × 10.40 µm ; Qe = 1.49. vista lat. 4= (12.51) 13.23 - 15.49 (15.92) × (6.97) 8.08 - 9.95 (10.55) µm; Q = (1.37) 1.39 - 1.84 (1.95) ; N = 16; Me = 14.20 × 9.01 µm ; Qe = 1.59. vista vent. 4= (13.54) 13.56 - 16.81 (17.03) × (8.70) 9.39 - 10.68 (11.41) µm; Q = (1.34) 1.39 - 1.57 (1.62) ; N = 10; Me = 15.01 × 10.17 µm ; Qe = 1.48. vista lat. 5= (11.41) 12.15 - 14.05 (14.64) × (7.81) 8.38 - 9.61 (10.26) µm; Q = (1.37) 1.40 - 1.59 (1.60) ; N = 10; Me = 13.21 × 8.94 µm ; Qe = 1.48. vista ventr. 5= (12.40) 13.93 - 16.30 (17.28) × (9.04) 9.22 - 11.31 (12.59) µm; Q = (1.28) 1.29 - 1.54 (1.60) ; N = 10; Me = 14.88 × 10.42 µm ; Qe = 1.43. Potremmo considerare una media di circa 14,76 X 10,30 X 8,98. La loro morfologia è ellissoidale, sublimoniforme allargata un poco appiattita sul lato basale in vista laterale e ovale in vista ventrale; dotata di evidente poro germinativo centrale ed apiculo appena percettibile; superficie finemente rugosa/verrucosa rilevabile solo con una buona microscopia; si notano nelle spore immature numerose inclusioni oleose di piccolo diametro oppure diverse guttule più grandi; la parete è spessa.

 

   Filo lamellare. Presenti numerosi cheilocistidi lunghi 25/40 µm., di tipo lageniforme ma con base molto piccola e corta e collo lunghissimo, flessuoso ad apice ottuso, sub/capitato, spesso anche settati in genere verso l’apice, a parete sottile e ialini. Non rilevati né pleurocistidi né crisocistidi.

 

   Cuticola.  La suprapellis è costituita da una palizzata di cellule sferoidali di 15/30 µm. di diametro, prive di elementi cistidioidi al loro interno.

 

   Caule.  Le ife del gambo sono fasci paralleli settati in cui sono presenti numerosissimi caulocistidi di tipo simile ai cheilo con base sferoidale, sinuosi ed apice ottuso e allargato.

 

 

DATI NOMENCLATURALI E DETERMINATIVI.

 

   Arrivare alla presente determinazione non è stato facile per svariati motivi, ma soprattutto perché, se il ritrovamento dovesse essere confermato, crediamo che questo sia il primo ritrovamento di Panaeolus olivaceus in Italia, visto che da diversi autori ( il suo creatore, Moller, lo definisce come presente in diverse località della Germania ed annota che solo Watling & Gregory lo hanno rintracciato in Afganistan, per cui non si esclude la sua presenza in ambienti ben differenti dalle brughiere tedesche o del nord Europa) come Gerhardt, Hausknecht, Bon & Courtecuisse, ecc…è accreditato come presente nell’Europa continentale (presente in Scozia su segnalazione di F. B, Hora) ma non insulare né del sud. L’ambiente del rinvenimento è unanimamente riconosciuto (Ludwig, Bon & Courtecuisse, Moller…) come pascoli, foreste, prati e coprofilo negli alpeggi dove gli animali come bovini, capre, pecore, cavalli, ecc..stazionano, dunque il ritrovamento di Bonifazi è pertinente alla specie. Così come si evidenzia dalla forma sporale, dalle loro accurate misurazioni, dalla tipologia dei cheilocistidi, consultata tutta la bibliografia a disposizione che riportiamo in calce, poiché soltanto due specie vengono accreditate di specie ornamentate (§), mente i rimanenti Panaeolus le hanno lisce, non restava che verificare in maniera soddisfacente di non trovarsi di fronte al più comune e spesso studiato Panaeolus foenisecii la cui tipologia è differente per l’analisi che in seguito si riporta.

(§) in realtà nella Sezione Verrucispora cui vengono assegnate le due specie nel completo lavoro di E. Gerhardt del 1996, è posto anche Panaeolus castaneifolius di cui, tuttavia, sarebbe necessario capire l’esatta collocazione: in esso, verificare al microscopio la presenza delle verruche è più agevole, ma esiste il forte sospetto che questa sia una specie esclusivamente americana e che gli studiosi, quando si riferivano ad esso in Europa, in realtà avevano di fronte un Panaeolus olivaceus!!Dunque, di fronte a ritrovamenti di Panaeolus a spore non lisce, come pensano Bon e Courtecuisse, bisognerebbe avere una attenzione maggiore nel lavoro al micro per dirimere la questione se esistono due taxon ( o addirittura tre se dovessimo inserire anche Paneolus indicus) a spore ornamentate, oltre a foenisecii, e quindi se è giustificata la Sezione Verrucispora…..(in realtà E: Gerhardt nel suo lavoro pone nella Sezione esclusivamente P. olivaceus e P. castaneifolius, posti però in sinonimia) mentre foenisecii è posta nel Genere Panaeolina (unitamente a Panaeolina indica dall’India) che viene considerato a fianco di Panaeolus con propri caratteri che lo distinguono).

   Dunque gli elementi utili alla separazione di P. olivaceus da foenisecii sono di tipo macroscopico come le colorazioni sempre rosato/violacee di foenisecii e la distensione del suo cappello campanulato che presenta fasce di colorazione distinte (Watl. & Gregory) che in olivaceus difficilmente si evidenziano, oltra a tonalità dal dattero al grigio/olivaceo del suo colore; la crescita, anche cespitosa di foenisecii (o almeno di diversi esemplari assieme) esclusivamente su prati o nell’erba, mentre olivaceus, come nel nostro caso, è ben presente come coprofilo; ma sono i particolari micro che fanno la differenza: in foenisecii i cheilocistidi sono di misure maggiori, non flessuosi nel collo ed apice cilindrico mai sub/capitato; le spore sono in media leggermente più ridotte, più sottili nella vista ventrale, con apiculo marcato e poro germinativo mai prominente, rilevato, come in olivaceus; le fibrille e le verruche sono più grossolane, evidenti anche ad una indagine non approfondita o esperta , specie nel profilo sporale; non possiede intrusioni oleose ed ha minore spessore, inoltre, come si evidenzia nelle foto al microscopio elettronico allegate, possiede una tipica depressione sul fianco totalmente assente in olivaceus che è perfettamente sferoidale e piena.

   Troviamo curiosamente (e non se ne comprendono i motivi) che solo R. Watling & N. Gregory nel 5 volume della British Fungus Flora, scelgono una diversa sistematica per le specie di Panaeolus in cui Panaeolina è una Sezione dell’Unico Genere Panaeolus, suddiviso in IV Sezioni (Panaeolina, Anellaria, Ater, Panaeolus e diverse Stirpi (Foenisecii, Semiovatus, Ater, Olivaceus, Camapanulatus, Acuminatus), in cui P. olivaceus non si trova vicino a foenisecii ma a P. fimicola nella Stirpe Olivaceus e non si vede davvero cosa abbiano in comune le due specie lì riunite; inoltre è l’unico lavoro che presenta una dimensione sporale per P. foenisecii superiore (?) ad olivaceus ed una tipologia dei cistidi marginali di tipo capitato (?) non riportata in nessun altro lavoro.

   La presente determinazione, cui siamo arrivati con notevole circospezione, crediamo sia corretta, anche se sono augurabili interventi tesi a dimostrarci che qualcosa non quadri nelle tesi che abbiamo cercato di dimostrare.

 

La bibliografia consultata: Gerhardt - Hausknecht - Moller - Bon & Courtecuisse - Watling & Gregory - Hora - Joung - Ola'h - Singer - Romagnesi - Kuhner - Guzman - Horak - Pegler - Lange - Ludwig - Arnolds - Br. & Kr. - e diversi altri lavori tra cui il forum di AMB Muggia di M. Zugna (non specificate le opere consultate per brevità di esposizione in facebook).

 

SCHEDA COMPILATA MARZO 2018 DA MASSIMO PANCHETTI  hombrequecorre@gmail.com 0039.333.605.2610

 

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