Hebeloma ochroalbidum

Hebeloma ochroalbidum

Hebeloma ochroalbidum

Hebeloma ochroalbidum

Hebeloma ochroalbidum

 
Hebeloma ochroalbidum Bohus, (1972)

Descrizione
Sinonimi
: Agaricus crustuliniformis Bull., 1787: pl. 308; Hebeloma crustuliniforme (Bull.) Quél., 1872: Hebeloma crustuliniforme var. tiliae Brasinsky, 1987: Hebeloma albocolossus M. Moser, 1985.

Descrizione della raccolta:
Cappello 6-9 cm, da convesso a piano-emisferico, con o senza largo e basso umbone, margine leggermente involuto, poco viscido, da biancastro a crema-ocraceo, quasi monocolore, con il disco leggermente più marcato in età. Lamelle adnate, appena subdecorrenti, frammiste a lamellule 1L/3l, bianco-rosate in gioventù, ocraceeo-rosate in seguito, infine bruno cioccolato, filo lamellare biancastro, fioccoso, apparentemente crenulato, ricoperto da goccioline acquose, da prima ialine, in seguito opalescenti “a causa delle spore mature inglobate”, sono distribuite più o meno casualmente sul filo lamellare delle lamelle. Sporata bruno tabacco. Gambo 4-8 x 1-2 cm, cilindrico, con base non allargata, mai bulbosa, all’inizio pieno, poi fistoloso, da bianco-biancastro a ocra pallido “concolore al cappello”, fino a ocra ocra-bruniccio per invecchiamento o per sporata, ricoperto da scagliette e fioccosità biancastre “più scure per le spore” su buona parte della superficie ma soprattutto verso l’apice. Goccioline acquose, ialine, in seguito opalescenti “per sporata”, ricoprono la parte alta del gambo. Carne soda nel giovane, poi fibrosa, specialmente nel, gambo, bianca, poi ocrecea, con odore al momento lieve quasi di erba bagnata ma non rapanoide, quindi, dopo la sezione, leggermente rapanoide, carne con gusto di sapone ma non amara alla masticazione, di colore ocra, basidiomi non annerenti in exsiccatum.

Microscopia.
Spore 10,2-12,3 x 5,8-7,3 µm, media 11,5 x 6,4 µm, Q. 1,6-1,9 µm, Q.M., 1,79 µm, amigdaliformi, giallastre in H2O, finemente ormanentate da verruche basse e dense, alle volte concatenate per brevi tratti quasi a formare un pseudoreticolo a maglie aperte, episporio evidente ma poco distaccato, da poco a mediamente destrinoidi, parete mediamente spessa e apicolo laterale pronunciato. Basidi 27-37 x 9-11 µm, tetrasporici. Cheilocistidi 48-105 x 7,5-10,5 µm, con base ø 3-3,5 µm, sinuosi, da cilindrico-clavati a lungamente clavati, mai capitulati, su densamente fascicolati su tutto il filo lamellare al punto da renderlo sterile. Trama lamellare formata da ife cilindriche, ialine. Caulocistidi di due forme ben distinte, i primi, 30-70 x 10-15 µm, sono sinuosi, cilindrico-filiformi, con apice leggermente allargato, non molto numerosi, isolati o a piccoli mazzetti nel primo quarto superiore del gambo. Il secondo tipo misura 20-50 x 25-30 (40) µm, sono più o meno piriformi, subglobosi, con breve e stretto pedicello basale e vanno a formare le scagliette che ornano la parte alta del gambo. Pileipellis formata da ife disposte disordinatamente ed immerse in un gel, filiformi, cilindriche, ø 2,7-5 µm, in alcuni casi l’ultimo setto ha una forma leggermente allargata ø 6-7,5 µm, a parete liscia, ma alle volte leggermente rugulosa nel mediostrato, ipocute composta da ife in media leggermente più tozze, frammista a ife simili a quelle della pileipellis.

Osservazioni:
sistematicamente, H. ochroalbidum viene posto da Bon nel Sottogenere Hebeloma, Sezione Denudata (Fr.) Sacc. Sottosezione Leucosarcia Bon.
Macroscopicamente, si differenzia da H. crustuliniforme per i colori pileici più chiari, la carne con odore non rafanoide o avvertibile solo al taglio e la carne pressoché dolce.
Nella più recente monografia su questo genere (VESTERHOLT J., 2005), l‘Autore pone H. ochroalbidum in sinonimia con H. crustuliniforme, ritenendo le caratteristiche differenziali tra i due taxa così labili da non poterli neppure mantenere a livello varietale .
L’Autore, in ogni caso, nella stessa monografia da una rilevanza assoluta alla destrinoidia delle spore. Come ben sappiamo, H. crustuliniforme possiede spore non destrinoidi, particolarità questa, che va a contrastare con quanto riscontrato nella nostra raccolta.
Oltre alle differenze morfologiche riscontrate (colore dei basidiomi, stazza, odore e gusto della carne) riteniamo che le spore destrinoidi potrebbero costituire un carattere significativo per mantenere il taxon distino a livello specifico.
Citiamo anche, per dovere di cronaca, la particolarità riscontrata nella forma di alcuni caulocistidi, forma che, non abbiamo riscontrato essere citata nella letteratura da noi consultata.

Habitat e Raccolte studiate:
Exsiccatum in erbario EGMC n° 2966; sette esemplari in diversi stadi di crescita. Raccolta effettuata il 03/11/2005, Muggia (TS) Laghi di Noghere. Habitat: nei pressi del laghetto, sotto Populus sp., Alnus glutinosa, in terreno argilloso. Det. M. Zugna, E. Bizio, legit: R., Cainelli, A. Aiardi.

Bibliografia:
A. A., vari, 1997: Il bosco Vignano; Guida storico naturalistica e invito all’educazione ambientale.
BON M., 2002: Clé de determination du genre HEBELOMA. Documents mycologiques, Tome XXXI, Fascicule n°123, 3-40.
BREINTENBACH J. & KRÄNZLIN, 2000: Champignons de Suisse, Tome 5. Lucerne.
KÜHNER R. & ROMAGNESI H., 1953; Flore Analytique des Champignons supérieurs. Paris.
LA CHIUSA L., 1999: Contributo allo studio del genere Hebeloma; RdM, 1999, 3: 221 – 240.
MALENÇON G. & BERTAULT R., 1970 : Champignons supérieurs du Maroc et de l’Afrique du nord, Tome 1, Rabat.
MOSER M., 1980: Guida alla determinazione dei funghi. Vol. 1. Trento.
VESTERHOLT J., 2005: The genus Hebeloma; Fungi of Northern Europe, Vol. 3.

Descrizione, osservazioni e foto:
Marino Zugna

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