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Amanita separata Contu


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11 risposte a questa discussione

#1 patrizia

patrizia

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Inviato 16 maggio 2007 - 20:28

Perchè non Amanita beckeri?.

Ciao :)
patrizia
Modena

#2 brunoceppo

brunoceppo

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Inviato 16 maggio 2007 - 20:36

ogni volta che esprimete un dubbio Marino sussulta :)
sa che dovrà lavorare per darvi ragione,
io invece accetto la tua ipotesi.

ciao
Bruno de Ruvo
Teramo-Abruzzo

#3 marinetto

marinetto

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Inviato 16 maggio 2007 - 21:36

potrebbe benissimo essere, non è certo la prima volta che la ritrovi.

Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso


#4 Pierluigi

Pierluigi

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Inviato 04 agosto 2007 - 22:47

Ciao Marino,
perchè non A. submembranacea?


Pierluigi

Immagini Allegate

  • Amanita_submembranacea_2.jpg


#5 brunoceppo

brunoceppo

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Inviato 04 agosto 2007 - 23:04

ed il filo lamellare dell'esemplare adulto "foto sul secco".

Notate qualche differenza? <_<


il colore del filo è diverso, vuol dire qualcosa?

ciao
Bruno de Ruvo
Teramo-Abruzzo

#6 marinetto

marinetto

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Inviato 05 agosto 2007 - 15:07

Ciao Marino,
perchè non A. submembranacea?
Pierluigi

Ciao Pierluigi,
principalmente per due motivi, il Q. sporale medio "1,25" e la struttura micro della volva.
Ma, dato che non l'avevo ancora scritto, non potevi certo saperlo <_< :D.

Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso


#7 marinetto

marinetto

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Inviato 05 agosto 2007 - 15:27

il colore del filo è diverso, vuol dire qualcosa? ciao

essenzialmente solo che non tutto ciò che non si vede in realtà non c'è <_<

In realtà si potrebbero fare mille ipotesi, la prima che mi viene in mente "ma non è detto sia l'unica o la più logica", è che le cellule del filo lamellare, con il tempo, abbiano iniziato a collassare e dare inizio a principi di necrosi.

Questo perchè si presuppone che, se si passa da un esemplare giovane, con filo lamellare bianco ad un'altro "apparentemente rappresentante un0individuo della stessa specie e la medesima popolazione", maturo e con filo lamellare colorato di bruno, ciò sia logica conseguenza.

Ma allora, come la mettiamo nel caso ci si trovi dinnanzi ad esemplari ancora giovani e immaturi e con il filo già evidentemente colorato? In questo caso, come si suol dire, casca il palco e la teoria su esposta va a farsi benedire.

Quindi, non saprei come rispondere alla tua domanda se non con alcuni esempi eclatanti che, spiegano e, allo stesso tempo, smentiscono quanto esposto sopra.

Ad esempio, il filo lamellare, discolore, di una raccolta sicuramente matura.

Immagini Allegate

  • b1331.jpg

Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso


#8 marinetto

marinetto

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Inviato 05 agosto 2007 - 15:28

allo stesso tempo, una raccolta, sicuramente immatura, ma con filo lamellare già segnato vistosamente di bruno.

Immagini Allegate

  • aaaaaaaaaaasssssss.jpg

Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso


#9 marinetto

marinetto

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Inviato 05 agosto 2007 - 15:46

altra ipotesi, che il colore delle cellule del filo lamellare, responsabili del colore del filo lamellare, siano derivate dai resti del velo parziale, che, in questo caso, dovrebbe essere anch'esso colorato dello stesso colore del filo.
Ma, come si vede in quest'immagine, il gambo non presenta residui di velo che manifestino colori da rapportare a quelli del filo lamellare.

Come avrai intuito, i motivi possono essere molteplici, quello che è sicuro è che i dubbi son, forse, ancor maggiori. :D <_<

Ad esempio, ultimamente, sempre più AA, sono dell'opinione che le cellule del filo lamellare, altro non siano che il residuo dell'effimero velo secondario che Amanita appartenenti alla sezione Vaginatae possiedono. Velo che, nello sviluppo del primordio, velocemente, si disgrega rimanendo sotto forma di ornamentazioni sulla corteccia dello stipite e, sul filo lamellare, sotto forma di cellule inflate versiformi frammiste ad altre filamentose, in uno strato che può essere da più o meno evanescente fino a molto importante e superare i 100 - 200 µm.

Ho però notato che, queste cellule non sono poi così mal disposte o posizionate alla rinfusa e soprattutto le cellule ifali, sono sempre compenetranti nello strato imeniale, come se da li avessero origine.
Questa mia osservazione va un po' a contrastare quanto a suo tempo andavo a sostenere e che a tutt'oggi sostengono quasi tutti, cioè che codeste cellule altro non fossero che resti di velo parziale.
Ma, se così è, come si spiega la provenienza dall'imenio delle ife filamentose che vanno a finire alla base delle cellule globose, piriformi, clavate che formano le cellule del filo lamellare?

Capito? Bravo... io ancora no!

Immagini Allegate

  • aaaaaaaa.jpg

Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso


#10 brunoceppo

brunoceppo

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Inviato 05 agosto 2007 - 18:50

Guarda Marì,
mettiamo d'accordo <_<
appena possibile riprenderò la raccolta e le amanite le guarderò con attenzione,
le fotograferò e le raccoglierò cercando di non farti casini ma per il resto pensaci tu
perchè non c'ho capito niente e aspetto che le cose si chiariscano :D

ciao
Bruno de Ruvo
Teramo-Abruzzo

#11 Artù

Artù

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Inviato 05 agosto 2007 - 19:11

Le ultime due foto non si riferiscono alla raccolta di Bruno... vero? :D

Perchè cosi' senza poter guardare la micro anche a me piacerebbe chiamarla beckeri e mi ricorda tanto una raccolta di un bel bosco in parte bruciato nei roghi salentini :( che arrivammo a considerare come beckeri, poi perdemmo il secco <_<

Immagine inserita
Arturo Baglivo - AMB Gruppo di Lecce - Italia
--
Io partecipo ad un progetto "open source" per lo studio dei funghi.

#12 marinetto

marinetto

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Inviato 05 agosto 2007 - 19:35

no, no, le ultime foto non hanno a che fare con la raccolta di bruno, sono messe solo come esempio per quanto riguarda il filo lamellare.

Per quanto riguarda la specie in questione, non possiamo inquadrarla come A. beckeri per la forma delle spore.

Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso





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