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Inocybe asterospora (Quél.) Quél. Bull. 1879


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Inviato 23 marzo 2006 - 21:00

SOCIETA’ VENEZIANA di MICOLOGIA
EX. 1012
ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA
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Inocybe asterospora (Quél.) Quél. Bull. Soc. Bot. France 26. 1879.

Raccolta studiata: Lago dell'Accesa, 10/11/02, bosco di latifoglie diverse, su terreno muschìoso;
legit G. Consiglio, erb. 02383

Specie comune e variabilisima, ma facilmente riconoscibile a prima vista per le discrete dimensioni, per il cappello rosso-bruno con rimosità +/- accentuata, per il gambo dello stesso colore, completamente pruinoso, terminante in un grosso bulbo marginato, biancastro, infine per la crescita quasi esclusiva sotto latifoglie.
I. asterospora viene massicciamente utilizzata in tutti i corsi di microscopia per la forma delle spore, vagamente stellate, esclusive, o quasi, di questa specie in tutto il panorama delle inocibi a spore gibbose; I. pseudoasterospora Kühner e Boursier e I. substellata Kühner hanno spore che possono presentare un simile profilo, ancorché in maniera meno evidente. In realtà, come forse tutti hanno già personalmente verificato, queste spore presentano delle grosse gobbe prominenti, a profilo conico, molto particolari per la loro base assai larga.
E' noto che alcune specie di inocibi possiedono, in zone più o meno sistematicamente lontane della suddivisione infragenerica, dei veri e propri sosia. Non ci dilunghiamo su questo aspetto anche perché lasciamo a chi ne è in grado l'onere di stabilire i vari gradi di parentela definiti in base alla filogenesi. Ma come micologi di terreno, possiamo ben affermare che il sosia di I. asterospora (dimensioni, rimosità, colori, bulbo) si trova in un altro raggruppamento delle inocibi a spore gibbose: si tratta di I. napipes J. Lange. Ora tutti sappiamo che, effettivamente, il profilo delle spore (lisce, più o meno sfaccettate, angolose, nodulose, gibbose, digitate) è un carattere artificiale senza nessuna valenza sistematica, essendo provata una sequenza senza soluzione di continuità tra le diverse tipologie. Se ancora oggi questa separazione è accettata, ciò è solo per motivi di comodo. In realtà altri sono i criteri attualmente utilizzati per una corretta ripartizione sistematica di Inocybe: la presenza (sottogenere Inocybe) o meno (sottogeneri Mallocybe Kuyper e Inosperma Kühner) di veri cistidi (o metuloidi che dir si voglia). In stretta successione, e limitatamente al sottogenere Inocybe, devono essere evidenziati la presenza di cortina e di cistidi in un limitato tratto superiore del gambo [soprasezione Cortinatae (Kühner) Kuyper] o l'assenza di cortina e di un concomitante cauloimenio pressoché completo, con l'integrazione di un bulbo basale spesso marginato [soprasezione Marginatae (Kühner) Kuyper]; questo viene chiamato "criterio ontogenetico". Se poi queste suddivisioni, ispirate dalla scuola nordeuropea, ci appaiono troppo lasche, viene in soccorso il pensiero dei micologi transalpini, fautori di una frammentazione infragenerica più minuziosa.
In breve e per ritornare alle nostre due specie, diremo che esse sono assai distanti, ancorché simili morfologicamente e dotate ambedue di spore gibbose: I. asterospora, con i suoi cistidi lungo tutto il gambo è una Marginatae (sottosezione Oblectabiles Bon per via dei colori carnicini), mentre I. napipes, per i caulocistidi assenti e una Cortinatae (sottosezione Napipedinae Bon per la presenza del grosso bulbo basale).
Nei testi divulgativi, alle note di commestibilità, I. asterospora è detta "velenosa". La tossicità di questa specie, responsabile dì una pronunciata sìndrome muscarinica, è stata evidenziata per la prima volta dallo svizzero B. WIKI negli anni venti del secolo scorso (HEIM, 1930). Più recentemente, in seguito ad uno studio sulla presenza di sostanze minerali contenute nei funghi (COCCHI e VESCOVI, 1996, per gentile comunicazione personale), è stata scoperta una concentrazione di arsenico (As) di gran lunga superiore non solo rispetto a qualsiasi altra specie fungìna, ma anche alle piante. Un motivo in più, dunque, per raccomandare, a tutti i livelli, di astenersi dallo sconsiderato consumo di inocibi.

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Inviato 23 marzo 2006 - 21:01

Spore: 9,5-12.5 x 8-10,5 (12) μm, Q = 1,1-1,4, subisodiametriche, con caratteristico profilo "stellato", munite di 6-9 gobbe coniche, larghe alla base e assai prominenti. Cistidi imeniali: 50-75 x 15-20 (28) μm, da sublageniformi a fuso-ventricosi, con parete spessa 2-3,5 μm, insensibile all'ammoniaca.

E. Bizio & G. Consiglio
Venezia 4 aprile 2005

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