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Tricholoma caligatum var.nauseosum


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Inviato 06 aprile 2006 - 18:22

SOCIETA’ VENEZIANA di MICOLOGIA
EX. 1032
ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA
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Tricholoma caligatum var. nauseosum (A. Blytt) Bon, Documents Mycologiques, 20 (78). 1990.

Sinonimi
Armillaria nauseosa A. Blytt, Videnskabs-Selskabets Skrifter. I Math.-Naturv. Kl., 1904 (6): 22 (1905).
Tricholoma nauseosum (A. Blytt) Kytövuori, Karstenia 28 (2): 69 (1989) [1988].
Tricholoma matsutake (Ito & Imai) Singer.

Posizione tassonomica: Basidiomycotina, Homobasidiomycetes, Agaricomycotidae, Agaricales, Tricholomataceae, Tricholoma.

Secondo la chiave morfocromatica (RIVA 1999), assieme a T. caligatum Viviani, T. focale (Fr.) Ricken e al T. focale var. caussetta (Barla) Bon, viene classificato nel gruppo (IV A) con i tricholomi a tinte brune: specie con tinte di base giallo-bruno rosate, nocciola, brune, fulve, castane, fulvo aranciate, pure o mescolate su fondo bianco, biancastro o giallino.
Specie di medie o grandi dimensioni con gambo munito di armilla o di anello armilliforme, persistente, membranoso o lacerato.

Descrizione macroscopica

Cappello 4-18 (30) cm, regolare, carnoso, pieno, emisferico da giovane e richiuso sul gambo, poi a maturità si apre mantenendo per lungo tempo il margine involuto e avvolto su se stesso a spirale. Ricoperto da abbondanti squame scure color bruno-marrone, bruno tabacco o ocra scuro su un fondo ocra chiaro o crema. A volte è appena accennato un basso e largo umbone scuro dal quale si dipartono le ornamentazioni (decorazioni che ricordano quelle dei cappelli delle macrolepiote). Lamelle adnato-smarginate, larghe, fitte, relativamente basse (0,8 cm) rispetto alla carne del cappello, intervallate da lamellule; fragili, inizialmente biancastre poi crema pallido, uncinate nell’innesto con il gambo. Filo abbastanza regolare inscurente con l’essiccazione. Gambo 12-15 (25) x 2-2,5 cm. Cilindrico subuguale, duro, pieno, leggermente a fittone nella parte finale; parzialmente immerso nel muschio e brevemente interrato. Biancastro, ricoperto, a partire dal basso, da squame brune (concolori a quelle presenti sul cappello) fino a formare delle armille dissociate ascendenti, che si diradano man mano che si risale il gambo. Nel giovane un’abbondante cortina bianca ed araneosa persiste fino a maturità dei carpofori, per ripiegarsi poi sul gambo andando a formare un anello bianco irregolare, ascendente, lasciando scoperta una zona di 2-3 cm, bianca e priva delle tipiche scaglie scure. Carne spessa, compatta, soda, biancastra. Odore dolciastro, aromatico, forte e persistente, non facilmente descrivibile, simile a quello di Inocybe corydalina, ricorda l’odore di pere molto mature, privo però di sottofondi farinosi; è un odore sicuramente “nauseoso” (da cui il nome della varietà). Sapore, a crudo, non amaro ma leggermente acidulo e decisamente sgradevole, sensazione che permane per alcuni minuti. Reazione nulla con basi forti (NaOH) ed ammoniaca; giallastra con solfato di ferro. Habitat in montagna, in gruppi di pochi esemplari, sotto abete rosso e bianco (in letteratura sotto pini, pecci anche misti a faggi), tra mirtillo nero e con gambo immerso nel muschio. Fedele nelle poche stazioni di crescita ove compare però copioso e ripetutamente ogni anno in estate.

Descrizione microscopica
Basidiospore: 7-9 x 5,5-6,5 μm. Bianche, lisce, ellittiche e subglobose con una grossa guttula, appendice ilare poco sviluppata. Cistidi poco clavati arrotondati all’apice, incrostati. Basidi 35-50 x 6,5-9 μm, subcilindrici, leggermente claviformi bi- e tetra-sporici con guttule. Trama imeniale con ife parallele e fusiformi lunghe fino a 15 μm. Epicute con ife intrecciate prive di giunti a fibbia e con pigmentazione irregolare.

Note
Col nome di “Matsutake” che significa “fungo del pino” è conosciuto ed apprezzato in Giappone da moltissimo tempo, sembra fin dal Medio Evo, quando appariva sulle tavole dei nobili e durante i banchetti importanti, mentre nel 17° e 18° secolo veniva consumato esclusivamente alla corte dell’imperatore. Sempre in Giappone ha un valore commerciale esagerato (US $ 220- $ 1000 per kg.di essiccata), motivato forse dalle proprietà afrodisiache attribuitegli (alimentate probabilmente dalla forma fallica degli esemplari giovani). Nonostante il forte odore nauseoso è apprezzato anche allo stato fresco e il consumo annuale si aggira sulle 3.000 tonnellate/anno (dato del 1998); sembra però che le varietà asiatiche abbiano un odore più gradevole rispetto alle specie del Nord Europa. Poiché non è possibile la coltivazione (forma ectomicorrizza con le conifere) e a causa della scarsa produzione locale (vedi il grave disboscamento in Giappone degli ultimi decenni), viene importato massicciamente dai paesi nordeuropei (soprattutto Svezia).
L’analisi del DNA del T. nauseosum raccolto in Svezia e del T. matsutake consumato in Giappone ed in Corea ha mostrato differenze minime nelle sequenze del DNA (praticamente i DNA coincidono al 99-100%). T. nauseosum è sicuramente una varietà del Tricholoma caligatum (Viviani) Ricken, quest’ultimo però preferisce climi più caldi ed un habitat di Pinus ed avrebbe spore di dimensione più piccole (6-7,5 x 4,5-5,5 μm). Altra varietà nordica e centroeuropea descritta in letteratura è il Tricholoma caligatum var. dulciolens (Kytōv.) Bon dalle squamature e dimensioni più minute e dal gusto non amaro. Nella letteratura americana viene descritto anche Agaricus magnivelare ("Magnivelare" dal grande anello membranoso) citato con il nome corretto di T. magnivelare (Peck) Smith e Weber (1980); trattasi però di una specie morfologicamente distinta dalle specie giapponesi. Mentre un’ulteriore specie asiatica e giapponese sarebbe il T. bakamatsutake avente anch’esso la stessa morfologia ed odore di T. matsutake ma una struttura più minuta e più fragile, con presenza di cheilocistidi e habitat differente (simbionte con quercia).

Exsiccata
MCVE 1032. Leg. P. Popolizio, 13.08.2005. “Bosco nero” , loc. Mas, Campolongo di Cadore, 950 mt. slm., comune di Santo Stefano di Cadore (BL). IGM 30 I Comelico Superiore.

Bibliografia
Blytt A. - 1905: Norges Hymenomyceter. Vidensk - Selsk. I.Math. - naturv. Kl. Skrifter 1904 (6).
Bon M. - 1991
: Les Tricholomes. Flore Mycologique d’Europe tomo 2 – Amiens.
Consiglio G. & C. Papetti - 2001: Atlante fotografico dei Funghi d'Italia, Vol. 2. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici. Trento.
Courtecuisse R. & B. Duhem - 1994 : Les Champignons de France. Eclectis. Paris.
Galli R.- 1999: I Tricholomi , Edinatura.
Hosford, D., D. Pilz, R. Molina & M. Amaranthus - 1997: Ecology and management of the comercially harvested American matsutake mushroom. Gen. Tech. Rep. PNW-GTR, Portland, GR. (USD, Forest Service).
Kytōvuori I. - : The Tricholoma caligatum group in Europe and North Africa. Karstenia 28.
Yun W., I.R. Hall & L.A. Evans - 1997: Ectomycorrhizal fungi with edible fruiting bodies. 1. Tricholoma matsutake and related fungi. Economy Botany 51:311-327.

P. Popolizio, 28.12.2005


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Tricholoma caligatum v. nauseosum

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Tricholoma caligatum v. nauseosum – spore x 1000
SOCIETA' VENEZIANA di MICOLOGIA - ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA




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