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Inocybe hypervelata


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Inviato 14 aprile 2006 - 14:32

SOCIETA’ VENEZIANA di MICOLOGIA
EX. 1010
ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA
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Inocybe hypervelata Cervini & Bizio, Rivista di Micologia, l: 15-241. 2005

Pileus 20-50 mm, ex globuloso campanulatus, obutse umbonatus, primitus a copioso velo albo obtectus. Custis griseo-brvnnea, obscure brunnea, fìbrillosa, haud rimosa.
Lamellae tenues, adnexae dein leviter adnatae, altae atque distantes, aetate obscure ochraceae, acies tenuiter colorata.
Stìpes 45-75 x 5-11 mm, solidus, cylindraceus vel ad basim leviter bulbosus, fibrilloso-striatus, superne minute pruinosus, inferne brunnescens sed dein pileo concolor.
Caro alba, immutabilis, inodora insaporaque.
Sporae 9.5-13.4 x 5.4-9.6 μm, angulato-nodulosae, superne elongatae, tuberculoso-gibbosae prope angulos.
Cystìdia 41-90 x 12-23 μm, subcylindrica vel late fusiformia,ope NH4OH haud reagentìa, pariete circiter 1 μm spissa.
HOLOTYPUS: Italia, in loco dicto Parco Berrini, Ternate, Varese, 03/X/2000 sub Pino strobo lectus, legit Mario Cervini, in erbario MCVE n. 1010 conservatur.


Descrizione sommaria: specie mediamente robusta; cuticola rivestita nel giovane da un velo bianco spesso, feltrato e persistente; cappello feltrato-fibrilloso, color bruno, grigio-bruno, bruno-nero; lamelle arrotondate al gambo, larghe e piuttosto rade; gambo imbrunente alla base; carne bianca, inodore; spore angoloso-poligonali con piccoli tubercoli in corrispondenza degli angoli; cistidi fusiformi a parete sottile; crescita sotto pino strobo.

DESCRIZIONE
Cappello 20-45 (50) mm., da globoso a tronco di cono a grossolanamente campanulato con margine più o meno abbondantemente cortinato, poi disteso e generalmente umbonato, con largo
umbone ottuso; all'inizio interamente ricoperto da un velo bianco spesso, feltrato e persistente. Con lo sviluppo, il velo tende a collassare in fibrille feltrato-appressate, scoprendo il colore di fondo della sottostante cuticola bruno-grigio, bruno-nero, bruno-rossastro scuro e conferendo alla stessa un aspetto più o meno marezzato. La cuticola appare, al margine, solo leggermente fìbrillosa o lacerata, non rimosa. Lamelle sottili, arrotondate al gambo, in seguito debolmente adnate, notevolmente alte e ventricose ma spesso ineguali in altezza, piuttosto spaziate (6-7 per cm. al bordo del cappello) con molte lamellule (fino a 4-7 lamellule su 10 totali), dapprima biancastre, poi da grigiastre ad ocraceo carico, con filo da intero a finemente denticolato, più chiaro. Gambo robusto, 45-70 x 5-8 (11) mm., cilindrico con base da eguale a leggermente bulbosa (mai marginata), fibrilloso-striato longitudinalmente per quasi tutta la lunghezza, all'apice minutamente fioccoso-pruinoso. Inizialmente biancastro con vaghe sfumature rosate alla sommità, poi sempre più rosso brunastro a partire dalla base, distintamente annerente in alcuni esemplari negli exsiccata. Carne fibrosa, compatta, bianca immutabile, inodore ed insapore.

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Inviato 14 aprile 2006 - 14:38

Spore (SP.) a profilo angoloso-noduloso, grossolanamente rettangolare o trapezoidale qualora si presenti un apice allungato, da (raramente) sublisce a (frequentemente) ornate da minuti e poco rilevati tubercoli, localizzati soprattutto in prossimità degli angoli, (9.5-) 10.4-12.2 (-13.4) x (5.4-) 6.3-7.8 (-9.6) μm , in media 11.32 x 7.07 μm (n=80), Q (1.5-) 1.72 (-1.9). Basidi tetrasporici, raramente bisporici, da subclavati a clavati, 29-44 x 10-13 μm, sterigmi fino a 5 μm. Cistìdi imeniali (C.I.) piuttosto variabili, da subcilindrici a largamente fusiformi, ad apice arrotondato e talvolta leggermente capitulato, spesso abbondantemente muricati, (41-) 48-70 (-90) x (12-) 15-23 μm, in media 60 x 18 μm (n=40). Pareti piuttosto sottili, (0.6-) 0.8-1.3 (-1.9) μm, in media 1.1 μm, insensibili all'ammoniaca commerciale. Cheilocistidi molto frequenti, morfologicamente non dissimili dai pleurocistidi. Caulocistìdì (CA.) presenti ma limitati all'estremo apice del gambo, molto variabili, subcilindrici, utriformi, ovoidi (22-) 25-42 (-52) x (8-) 10-15 (-20) μm, spessore fino a 1.5 μm, cristalliferi solo occasionalmente; più sotto accompagnati e poi definitivamente sostituiti da paracaulocistidi dotati di grande variabilità dimensionale e morfologica, in genere riconoscibili per le pareti sottili e la totale assenza di muricazione.
Paracistìdi (PA.) molto variabili per forma e dimensione, anche molto voluminosi, 25-65 x 5-28 μm, abbondanti, frammisti ai metuloidi del taglio con i quali si confondono, se non per via della parete essenzialmente sottile e l'assenza di muricazione. Velo (verificato solo nel secco) composto da ife collassate, attorcigliate, raramente settate, di calibro 2-4 μm, a parete sottile, incolori, presentano addensamenti rifrangenti giallastri. Epicute filamentosa, composta da ife appressate, distese, disposte in senso radiale, da subisodiametriche a cilindrico-fusiformi, 15-50 x 10-20 μm; pigmento brunastro di membrana, incrostante, zebrante; dotate di un terminale libero lungamente clavato, spesso privo di evidente pigmentazione incrostante. Ife oleifere (tromboplere secondo CLEMENÇON, 2004) irregolarmente ramificate, tubulari, prive di setti, contenenti una sostanza oleosa giallastra, di diametro 2-4 μm, distribuite in tutti i tessuti del carpofori, anche se non molto frequenti. Giunti a fìbbia presenti ovunque.

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Inviato 14 aprile 2006 - 14:40

Habitat e fenologia: raccolta in un parco pubblico, sulle rive del Lago di Comabbio (VA) ad una quarantina di metri dalla sponda, sotto esemplari di Pinus strobus, su terreno a matrice sabbiosa e fittamente ricoperto da lettiera di aghi e pigne della stessa essenza- Ad oggi registrata una raccolta nel mese di settembre, una nel mese di ottobre e due a novembre.

Raccolte:
ITALIA:

1. Ternate - Parco Berrini, 243 m slm, Pinus strobus, il 03/10/2000, leg. M. Cervini; Holotypus MCVE 1010, Isotypus n° 2726B e/o Museo Civico di Storia. Naturale di Induno Olona (VA).
2. Ternate
- Parco Berrini, 243 m s.l.m., Pinus strobus, il 22/09/2002, leg. M. Cervini; 2 semplari accidentalmente non conservati in erbario, ma documentati fotograficamente.
2. Ternate - Parco Berrini, 243 m s.l.m., Pinus strobus, il 07/11/2004, leg. M. Cervini; Exsiccata n° 2727B e/o Museo Civico di Storia Naturale di Induno Olona (VA).
3. Ternate
- Parco Berrini, 243 m. s.l.m., Pinus strobus, il 21/11/2004, leg. M. Cervini; Exsiccata 2728B e/o Museo Civico di Storia Naturale di Induno Olona (VA).

NOTE SULLA LOCALITÀ DI RITROVAMENTO. La stazione di crescita di Inocybe hypervelata è situata sulle rive del Lago di Comabbio, all'intemo del parco Berrini, comune di Ternate (VA). Il territorio è caratterizzato, in prossimità delle sponde, dalla presenza di abbondante vegetazione igrofila, (in prevalenza salici, pioppi ed ontani), su terreno erboso e soggetto a frequenti esondazioni, mentre nella zona interna, gestita più classicamente come parco pubblico, sono presenti diverse essenze coltivate (specialmente conifere, tra le quali diversi abeti rossi e pini di varie specie), all'occasione raggruppate in radi boschetti o disposte in filari. La stazione di raccolta di Inocybe hypervelata è localizzata nella zona mediana del parco, in prossimità di alcuni pini strobi, in una delle poche aree dove il compatto manto erboso lascia spazio alla lettiera generata da aghi e coni della stessa essenza.

OSSERVAZIONI
Per questa Inocybe è stato scelto l'epiteto specifico "hypervelata" (dal greco hypér, sopra, oltre, e dal latino velatus, con il velo) per esprimere ed evidenziare la non comune cospicuità del rivestimento velare che caratterizza, in modo eclatante, questa interessante entità.
Fin dal suo primo ritrovamento, abbiamo notato che la specie di Ternate possedeva caratteri di grande peculiarità ma abbiamo volutamente atteso di disporre di ulteriori raccolte per verifìcarne la stabilità, ovvero definirne il relativo campo di variabilità. Così è stato. I. hypervelata è una specie che sì manifesta all'inizio con una colorazione bianco-candida e che imbrunisce durante la maturità. Ma ciò è solo un'apparenza; nella realtà, del colore bianco, è responsabile l'abbondante strato velare che, se pure a lungo permanente, alla fine tende a digradare e svanire poi quasi del tutto lasciando progressivamente apparire la tinta scura della corteccia del cappello.
Oltre all'abbondanza del velo, I. hypervelata si segnala per un ulteriore elemento inusuale, vale a dire la sua particolare morfologia sporale: le spore, infatti, assumono in questa specie un profilo angoloso, rettangolare o vagamente trapezoidale, spesso con una grande gobba conica prominente, basale; piccole gobbe emisferiche si manifestano in corrispondenza delle angolazioni perimetrali.
Con un felice aforisma, per esprimere la morfologia sperale di Inocybe salicis Kühner 1955 (per certi versi simile a quella di I. hypervelata) M. Bon (BON, 1997) afferma che il profilo di tali spore evoca una "roccaforte vista dall'aereo", affermazione che ci sentiamo senz'altro di condividere.
L'abbondante copertura velare candida più o meno permanente costituisce una particolarità condivisa da Inocybe albofibrillosa Stangi & Schmid-Heckel 1985; il confronto tra le due specie si è reso, pertanto, prioritario e fondamentale per le successive fasi di ricerca. Diciamo subito che la concreta differenziazione tra le due specie si basa, sostanzialmente, sulla morfologia e sulle dimensioni sporali; vi sono però altri elementi di separazione, poco sintomatici se presi singolarmente ma capaci, nel loro complesso, di delineare una significativa differenza tra le due specie in esame. Riassumiamo tali divergenze in una tabella comparativa.

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Inviato 14 aprile 2006 - 14:40

Se l'habitat ha davvero poca importanza e se il taglio lamellare bruno in I. albofìbrillosa può far pensare ad un carattere occasionale, considerate le scarse raccolte di questa specie, allora si evidenzia, con tutto il suo vigore, l'elemento spora come carattere di forte differenziazione.
Nella diagnosi originale di I. albofìbrillosa (STANGL & SCHMID-HECKEL, 1985) le spore vengono così definite: "sporae forma interdum inequaliter quadriangula gibbis paucis et vix editìs" (spore talora irregolarmente quadrangolari, poco o appena gibbose). In I. hypervelata, invece, le spore possiedono un contomo angoloso, grossolanamente rettangolare o trapezoidale con una vistosa protuberanza apicale e con numerose, piccole ma nette gibbosità in prossimità degli angoli. Inoltre, sempre in I. hypervelata, le dimensioni sperali sono significativamente superiori tanto che le misure si sovrappongono, marginalmente, solo nella larghezza. Nella lunghezza le misurazioni divaricano nettamente e in I. hypervelata si nota un profilo molto più allungato, con un quoziente sperale che si avvicina spesso al valore 2.
Kuyper (KUYPER, 1994) in una celebre, ancorché inedita chiave provvisoria delle Inocybe a spore gibbose-angolose, dimostra di aver analizzato il typus di I. albofìbrillosa, ricavandone questa definizione (riferita alle spore): "spore senza nodulo apicale molto notevole, piccole, pallide sotto al microscopio, parzialmente quadrangolari”. Nelle note a margine della chiave, il micologo olandese contribuisce, con un'affermazione che non lascia dubbi per la sua inequivocabile precisione, a far chiarezza sulla natura di questa specie: "non ho visto differenze microscopiche con I. saluta Velen. 1920, e una ricerca successiva potrebbe mostrare che è preferibile considerarla come una variante infraspecifica della stessa I. soluta."
Non sappiamo se l'intuizione di Kuyper abbia avuto dei successivi riscontri; tuttavia è chiaro che egli, allora, considerava I. albofìbrillosa come una possibile variante velata di I. soluta, specie, quest'ultima, frequente e di cui conosciamo più che discretamente in quadro microscopico.
Bon e Cheype (BON & CHEYPE, 1995) segnalano una raccolta affine a I. albofibrìllosa che si separa dalla descrizione di base per l'odore leggermente spermatico e per le spore leggermente più allungate, definite "entolomoidi o con gibbosità ondulate o poco distinguibili". Si tratta, pur nella sua atipicità, di una raccolta che ci conferma, ulteriormente, la presenza in natura di almeno due diverse inocybi brune, provviste di velo bianco abbondante, separabili tra di loro per una, nettamente diversa, morfologia sporale.
Sotto l'aspetto sistematico, è indubbia l'appartenenza di I. hypervelata (così come per I.albofìbrillosa) alla soprasezione Cortìnatae (Kühner) Kuyper. Più precisamente, trova collocazione nella sezione Cortìnatae Kühner & Boursier del sottogenere Clypeus Britzelm., sottosezione Cortìnatae (Kuhner & Boursier) Bon, nella quale costituisce un elemento di transizione tra questa sottosezione e la sottosezione Brevisporinae Bon, dove è invece correttamente collocata I. albofìbrillosa.
Inocybe hypervelata evoca, nell'aspetto esteriore, alcune manifestazioni chiare e/o ricche di velo della sezione Rimosae (Fr.) Quél.: I. obsoleta Romagn. 1958, I. fastigiata f. argentata Kühner 1956, I. fastigiata f. subcandida Malençon 1970, I. orbata Malençon 1970, I. pseudoorbata Esteve-Rav. Ovviamente, tutte le entità di tale sezione sono sistematicamente assai lontane dalla nostra nuova specie, appartenendo tale sezione al gruppo delle inocybe a spore lisce, prive di metuloidi (sottogenere Inosperma Kühner, comprendente le leiosporee acistidiate).
Non ci siamo limitati a ricercare le affinità di I. hypervelata con le sole specie conosciute per il Vecchio Continente, ma abbiamo esteso la nostra indagine anche alla letteratura extraeuropea, soffermandoci sulle descrizioni di specie confrontabili, vuoi per la presenza di un abbondante velo, vuoi per la particolare conformazione sporale.
L'associazione con pini strobi ci ha, inoltre, spinto a cercare con maggiore impegno tra le specie nordamericane, essendo questa conlfera (importata in Europa circa 300 anni or sono) originaria della fascia orientale del Nord America. Tale ricerca, supportata anche dal parere personale di B. Kropp (il quale ha confermato di non conoscere nessuna entità americana con fattezze simili alla nostra Inocybe) ha ribadito, almeno dalle informazioni disponibili in letteratura, l'unicità dei caratteri esposti per I. hypervelata; queste conclusioni ci hanno consentito di proporre questa entità come specie nuova per la scienza.
Inocybe chelanensis D.E. Stuntz 1947. Basidiomi con colori giallo-grigio-brunastri; velo talvolta copioso; odore spermatico o di pelargonio; spore a profilo lungamente triangolare con apice allungato, ("rocket-shaped"), lunghe fino a 17 (19.5) μm e Q ≥ 2; cistidi fusiformi-ventricosi con parete spessa fino a 2.5 μm. Conosciuta per il Nord America sotto Pinus e Abies.
Inocybe candidipes Kropp & Matheny 2004. Specie dotata di velo al disco e cortina assente; gambo biancastro interamente debolmente pruinoso, base leggermente bulbosa; odore spermatico; spore fino a 14.5 μm con nodulo apicale allungato; cistidi fuso-ventricosi spessi fino a 2.5 μm. Conosciuta solo per il Nord America (Arizona) sotto Pinus ponderosa. Si tratta, con buona probabilità, di una Marginatae, sottosezione Praetervisae Bon.
Inocybe imbricata (Cleland) Garrido 1988. Cappello con piccole scaglie imbricate; possiede spore 9-12 x 5-6.5 μm provviste di piccoli noduli in corrispondenza degli angoli, così come in I. hypervelata. Conosciuta solo per il Sud Australia.
Inocybe dolichospora Malençon 1970. Cappello tormentoso-lanoso, senza velo evidente, provvisto di un prominente umbone; colori biancastri o pallido-ocracei e tali rimanenti a maturità; stipite subbulboso; spore da lisce a angoloso-gibbose con apice conico prominente, assai polimorfe, lunghe fino a 17 μm; cistidi da cilindrici a subcapitulati. Conosciuta solo per il Nord Africa (Marocco), sotto Cedrus. E' sistematicamente collocabile nella sottosezione Napipedinae (J.E. Lange) Bon.

BIBLIOGRAFIA
1. Bon M. - 1997: Clé monographique du geme inocybe (Fr.) Fr. (30"" partìe: espèces gibbosporées, sous-genre Clypeus Britz = Genre Astrosporina Schroet.). D.M. tome XXVIII, fasc.III: 1-45.
2. Bon M. & J.L. Cheype - 1995: Quelques espèces alpines intéressantes du Col de Balme (2000-2250 m), Haute Savoie. Bull. Féd. Myc. Dauphiné-Savoie, 138: 32.
3. Clemençon H. - 2005: Atteggiamento delle ife escretrici in cloruro di oro, complesso argento ammoniacale, zinco cloruro iodurato e acido solforico. Micologia e Vegetazione Mediterranea, vol.. XIX, 1/2004,43-56.
4. Esteve-Raventós F., A. Garcia Blanco, M. Sanz Carazo & J.B. Del Val - 2003: Inocybe aurantiobrunnea and I. pseudoorbata, two new mediterranean species found in the lberian Peninsula. Osterr. Z. Pilk. 12: 94-98.
5. Horak E. - 1979: Astrosporina (Agaricales) in Indomalaya and Australasia. Persoonia vol. 10, part. 2:190-191.
6. Kropp B. R. & B. P. Matheny - 2004: Basidiospore homoplasy and variation in the Inocybe chelanensis group in North America. Mycologia, 96(2); 295-309.
7. Kuyper T.W. - 1994: Provisional key to the angular-spored species of Inocybe subgenus Inocybe (inedita).8. Malençon G. J. L. & R. Bertault - 1970: Flore des Champignons Supérieurs du Maroc. Tome 1. Rabat. pp. 350-354.
9. StangI & Schmid-Heckel - 1985: in Schmid-Heckel, Zur Kenntnis der Pilze in den Nördlichen Kalkalpen: Mykologische Untersuchungen im Nationalpark Berchtesgaden; Nationalpark Berchtesgaden, Forschungsberischt vol. 8: 158-160.
10. StangI J. - 1991; Guida alla determinazione dei funghi Vol. 3 - Inocybe (ed. italiana) Trento.
11. Stuntz D.E. - 1947: Studies in the genus Inocybe, I. New and noteworthy species from Washington. Mycologia vol.. XXX

E. Bizio
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