
Sarcosphaera crassa
#1
Posted 09 July 2006 - 10:10 AM
La conosciamo un po' tutti, non credo ci sia nessun problema a livello determinativo, al massimo si potrebbe intavolare un discorso sulla priorità dal lato nomenclaturale "S. crassa, S. coronaria, S. eximia".
Il fotocolor degli ascomi proviene da una raccolta, fatta da Piero, nella primavera 2004 e depositata nel erbario AMB-GMC, exsiccatum n° 2191.
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
#2
Posted 09 July 2006 - 10:48 AM
Ascoma dai colori e forma tipici, abbastanza grosso, semi ipogeo, vegetante nella terra nuda ai bordi di un sentiero boschivo.
Non c'è nulla di nuovo da scoprire se non alcune particolarità microscopiche che si sono evidenziate dopo aver posto il reperto in frigorifero per una decina di giorni.
Come dicevo, nulla di nuovo, però voglio farvi osservare la particolare forma che assumono le parafisi dopo un prolungato periodo a temperature fredde. Questo fenomeno è conosciuto con il termine di "fortulismo", coniato da Donadini.
Esso consiste nell'evoluzione delle parafisi dalla forma più o meno cilindrica "solita", a quella moniliforme, globosa o piriforme.
Questa forma può essere naturale e avvenire alla maturità dell'ascoma, in questo caso si chiamerà "fortulismo genotipico". Oppure, dovuta a condizioni ecologiche avverse (abbassamento della temperatura, umidità eccessiva, ecc.), in questo caso si dirà "fortulismo fenotipico".
Questa particolarità e nota per le specie appartenenti al genere Peziza ss.
Non ho avuto, fin'ora", modo di sapere se ciò è risaputo anche per Sarcosphaera crassa, anch'essa apartenente all'Ordine Pezizales.
In ogni modo alcune foto che lo dimostrano non faranno certo del male

Microscopia: aschi e parafisi di forma normale, colorate con rosso congo ammoniacale.
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
#6
Posted 09 July 2006 - 11:07 AM

Ad esempio, alcuni aschi con presenza dell'opercolo "quella specie di dischetto o coperchietto", posto all'apice degli stessi. In questo caso, nell'asco superiore sembrerebbe ancora chiuso, mentre, in quello inferiore sembrerebbe si stia aprendo.
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
#7
Posted 09 July 2006 - 11:11 AM
La prova visiva è data dal fatto che gli aschi, seppur maturi, non anno più spore al loro interno.
Nella foto si nota bene l'opercolo attaccato ad un lembo dell'asco.
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
#8
Posted 09 July 2006 - 11:22 AM
Nella foto, si nota una base complessa "nel esempio doppia", in questo caso si dirà "base pleurorica", oppure "con uncino".
Nel caso contrario, cioè una base cilindrica, non complessa, si dirà base semplice "base aporinca", oppure "senza uncino".
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
#9
Posted 09 July 2006 - 11:28 AM
Solitamente è a struttura intricata "come nel caso della foto", ma non è sempre così, quindi è sempre neccessario evidenziarne la struttura.
Stessa cosa va neccessariamente eseguita anche per la/e trama/e "excipulo/i". Particolare che non trattiamo in questa discussione in quanto già ripetuto molte volte nella presentazione di specie appartenenti al genere Peziza.
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
#10
Posted 09 July 2006 - 11:34 AM

Si tratta dell'ornamentazione delle spore.
Come desunto dalla bibliografia, esse, anche a forti ingrandimenti risultano lisce sl microscopio ottico.
E infatti, con rosso congo ammoinacale, non si evidenziano ne ornamentazioni ne altro.
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
#13
Posted 09 July 2006 - 11:48 AM
Si noti la netta amiloidia dell'apice ascale, particolare attribuito a tutte le Pezizales e, riallacciandoci al discorso dell'opercolo, si nota come nell'asco vuoto è evidente l'assenza di opercolo e la fuoriuscita di epiplasma.
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
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