Melanoleuca pseudoevenosa Bon ex Bon & G. Moreno, Docums Mycol. 11 (no. 41): 37 (1980)
Posizione sistematica: Fungi, Basidiomycota, Agaricomycotina , Agaricomycetes , Agaricomycetidae , Agaricales , Tricholomataceae , Melanoleuca.
Descrizione macro:
Pileo 30-100, da prima convesso, quindi spianato, con largo umbone centrale, liscio e glabro, alutaceo, sericeo con il secco, di colore biancastro, beige chiaro, caffelatte chiaro, grigio-bruniccio, brunastro nella zona discale e nell'umbone, margine leggermente ondulato, non scurente alla manipolazione, gli esemplari chiari rimangono tali anche in exsiccata.
Lamelle mediamente fitte, diritte, smarginate con dentino, alte due volte lo spessore della carne del pileo, intramezzate da abbondanti lamellule, all'inizio di colore bianco, tendenti al beige con l'età ed in exsiccata, filo lamellare intero, concolore.
Stipite 20-70 x 5- 10 mm, sempre più corto del diametro pileico, cilindrico, diritto, sericeo, fibrilloso, finemente striato longitudinalmente, di colore, finemente pruinoso per un breve tratto all'apice, di colore biancastro, alutaceo con l'umidità, appena ingrigente nell'exsiccata. Base bulbosetta, con feltro miceliare bianco.
Carne soda nel giovane, fibrosa in vecchiaia, di colore biancastro, tendente all'alutaceo in exsiccata. Odore "da exsiccata" forte ma gradevole, sapore dolce "boletoide".
Descrizione micro:
Spore (6,92) 7,911-9,41(10,52) x (4,86) 5,11-6,06 (6,77) µm, in media 8,69 x 5,56 µm, Q. = 1,41-1,73; Qm = 1,57; Vol. = 114-172; Vol.m = 141 µm³; ellittiche, ornate da verruche mediamente dense, non molto prominenti, per lo più isolate ma anche spesso riunite a formare brevi connessioni, plaga ilare ben visibile, non amiloide ma con bordo delimitato da verruche connesse e fortemente amiloidi.
Basidi (25) 29-36 (39) x 8,5- 10,5 µm, in media 32,5 x 9,8 µm, Q. medio 3,31; Vol.m = 1664 µm³; strettamente clavati, in maggioranza tetrasporici ma anche bisporici, subimenio pseudoparenchimatico.
Trama lamellare parallela, formata da ife cilindriche, giunti a fibbia assenti in tutti i tessuti del basidioma.
Cheilocistidi 35,6-52 x 5,8-9,5µm, in media 44 x 7,5 µm, larghezza collo 3,5-5,5 µm, in media 4,5 µm; di due tipologie; i primi, in assoluta maggioranza, subfusiformi, tipo Exscissae, una oppure, più raramente, due volte settati, con base piuttosto ristretta e collo conico; i secondi, sublageniformi, a pelo d'ortica, di tipo Grammopodinae, con base allargata e collo strettamente cilindrico, con pareti parallele; entrambe le tipologie con o senza cristalli di ossalato di calcio all'apice e congofili all'apice; distribuiti lungo il filo lamellare, talvolta numerosissimi, soprattutto nei pressi dell'inserzione al gambo dove, per un brevissimo tratto, possono scendere a formare un cauloimenio, radi o addirittura assenti per tratti, più o meno brevi, verso il margine, filo lamellare fertile; pleurocistidi non notati.
Pileipellis in ixocutis, formata da uno strato sottile di sottili ife gelatinizzate, ialine e relativamente aggrovigliate con diametro 1-2µm, subpellis formata da ife cilindriche con diametro medio 5 µm, pigmentate di giallastro, alle volte finemente incrostate, terminali cilindrici o leggermente affusolati.
Caulopellis formata da ife cilindriche con diametro 2-8 µm, in media 4,5 µm.
Peli caulinari con setto terminale misurante 24,5-45,5 x 4,5-7,5 µm, in media 33 x 5,5 µm, per la maggior parte di forma cilindrica, cilindrico-clavata, riuniti in piccoli e folti gruppetti nella parte alta del gambo.
Caulocistidi a pelo dortica, rarissimi, provvisti di setto mediano, frammisti a ciuffetti di peli cilindrico-clavati, osservati solo allestrema porzione apicale dello stipite.
Giunti a fibbia assenti.
Materiali e Metodi: la descrizione è stata desunta dallo studio di materiale d'erbario e da foto originali.
I preparati microscopici sono stati reidratati e osservati in KOH 2%, Rosso Congo Ammoniacale, L4, Melzer, Ammoniaca 2%. Le dimensioni sporali si basano su 150 misurazioni, per le rimanenti tipologie cellulari si sono effettuate 30 misurazioni a tipologia. Le misurazioni sporali e di tutti gli elementi sono stati effettuati con il software Mycométre.
Osservazioni: M. pseudoevenosa è sicuramente molto affine a M. substrictipes, dalla quale, si fa non poca fatica a separare.
Le due specie, molto simili per colori pileici, habitat e periodo di crescita, hanno anche caratteristiche microscopiche quasi sovrapponibili e, solo dopo un attento esame di tutti questi caratteri si riesce "a stento", a separare le due specie.
Nella raccolta in oggetto, abbiamo controllato tutti i sette "7" basidiomi e, la percentuale si è mantenuta costantemente a favore dei cistidi tipo Exscissae rispetto a quelli di tipo Grammopodia, ciò porterebbe ad inserire la specie nella Sottosez. Exscissinae, piuttosto che nella Sottosez. Grammopodinae, se non ché, a nostro avviso, una separazione simile risulta molto incerta, soprattutto quando le due forme sono intercalate da altrettante forme intermedie che non si possono attribuire, con sicurezza, ne all'una ne all'altra. In casi simili, constatare la percentuale di maggioranza di una forma di cistidi rispetto all'altra, non risulta sempre così istintiva e non è detto che sia sempre altrettanto costante.
In questo caso ed in tutti i casi dove, i cistidi, non siano costantemente della stessa forma, mantenere separate le due sottosezioni risulta una forzatura, deviante, al fine determinativo.
Il fatto che il gambo, anche se soltanto allestremo apice, abbia dimostrato un cauloimenio, comprensivo di cheilocistidi e basidi, non credo possa essere ritenuto un fattore determinante, come spesso accade anche in altri generi, questo fatto può essere presente, o assente, senza che, per forza, debba costituire motivo di interesse tassonomico.
Le spore hanno dimostrato, in buona parte, un ornamentazione alquanto accentuata, alle volte piuttosto grossolana, con verruche libere, oppure, spesso confluenti in brevi connessioni, altre volte hanno espresso una fine cristulatura.
In quanto all'odore ed al sapore, noi abbiamo potuto apprezzare solo quello dei basidiomi secchi, ma nonostante ciò, l'intenso aroma che essi emanavano ricordava molto quello di M. grammopodia, alla masticazione il retrogusto evocava sicuramente quello dei boleti; tali caratteristiche pur confacenti con quelle di M. substrictipes, ci sembrano poco significative a livello discriminatorio.
In conclusione, pensiamo che, per somma di caratteri, la raccolta sia da attribuire a Melenoleuca pseudoevenosa.
Dati relativi alla raccolta: N. scheda: 4083. Data di ritrovamento: 09/05/2009. Località: Prati Cantieri di Pizzo Intermesoli. Comune: Pietracamela. Coordinate geografiche: 42°30'0.20"N 13°31'25.65"E. Altezza slm: 1400. Habitat: nel mezzo del prato, in una lunga fila.. Determinatore: Zugna M. Legit: de Ruvo B.
Bibliografia:
Basso M.T. & Candusso M.: (2002) BGMB 45 (1): Note descrittive e tassonomiche su Melanoleuca brevipes
Bas, C., Kuyper, Th.W., Noordeloos, M.E. & Vellinga, E.C. (eds) (1999). Flora Agaricina Neerlandica 4. Strophariaceae, Tricholomataceae (3). Rotterdam: Balkema.
Bon, M. (1991). Les Tricholomes et Ressemblants. Flore Mycologique dEurope 2. Doc. Mycol. Mém. Hors Sér. 2.
Fontenla R., M. Gottardi & Para R. (2003). Osservazioni sul genere Melanoleuca. Rivista di Micologia 4: 337-350.
Fontenla R., M. Gottardi & Para R. (2003) - Fungi non delineati. Pars XXV Osservazioni sul genere Melanoleuca. Edizioni Candusso I-Alassio (SV).
<http://www.indexfung...ames/Names.asp>
Moreno G. & Bon M.: (1980) . Quelques especes interessantes ou nouvelles du genre Melanoleuca recoltees en Espagne. Documents Mycologiques, Tome XI. Fasc. 41.
foto de Ruvo
foto de Ruvo
foto de Ruvo
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