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Osservazioni su Peziza succosa: una specie comune a latice ingiallente
Paolo Picciola
Strada di Fiume 52, 34137 Trieste paolo.picciola@libero.it
Marino Zugna
Località Riostorto 7, 34015 Muggia marinozugna@gmail.com
Introduzione
Viene fornita una descrizione completa di Peziza succosa sulla base di una raccolta effettuata nella periferia di Trieste su un terreno argilloso-arenaceo ai margini di un torrente.
Sono riportate alcune sintetiche osservazioni sulle caratteristiche della specie trattata e alcuni confronti con le specie simili.
Materiali e metodi
Gli ascomi sono stati fotografati in situ mediante fotocamera digitale Nikon D90. Dopo qualche ora è stata effettuata una descrizione dei caratteri macroscopici.
Lo studio dei caratteri microanatomici è stato compiuto su materiale fresco. E’ stata utilizzata acqua distillata come mezzo di governo, il reagente di Melzer per l’accertamento dell'amiloidia degli aschi e il Blu Cotone lattico, a caldo, per evidenziare l’ornamentazione sporale.
Le misure microscopiche sono state eseguite con il software di calcolo Mycométre gentilmente fornitoci dal sig. Georges Fannechère e prelevabile all’indirizzo http://mycolim.free.fr. Le misure sporali si riferiscono a 100 unità. Le misure sottolineate si riferiscono alle medie.
Per quanto riguarda la nomenclatura abbiamo fatto riferimento a http://www.indexfung...names/Names.asp e http://www.mycobank.org/MycoTaxo.aspx .
Le foto concernenti la microscopia sono state eseguite con l’ausilio di una fotocamera Reflex EOS 50D, posto sul terzo occhio di un microscopio biologico Optech Biostar B5, supportato da ottiche Plan-APO, illuminazione alogena 12V-50 W a luce riflessa con regolatore d'intensità.
La collezione d’erbario è stata depositata nell'erbario A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso con il codice identificativo 7485.
Peziza succosa Berk., Ann. Mag. nat. Hist., Ser. 1 6: 358 (1841)
Sinonimi: Aleuria succosa (Berk.) Gillet, Champignons de France, Discom.(2): 45 (1879).
Galactinia succosa (Berk.) Sacc., Syll. fung. (Abellini) 8: 106 (1889).
Galactinia succosa var. infuscata (Quél.) Boud., Hist. Class. Discom. Eur. (Paris): 48 (1907).
Galactinia succosa (Berk.) Sacc., Syll. fung. (Abellini) 8: 106 (1889) var. succosa.
Otidea succosa (Berk.) Thüm., Mycoth. Univ., cent. 15: no. 1411 (1879).
Peziza infuscata Quél., Compt. Rend. Assoc. Franç. Avancem. Sci. 20(2): 465 (1892) [1891].
Plicaria obscuro-olivacea Vaček.
Plicaria succosa (Berk.) Rehm, Rabenh. Krypt.-Fl., Edn 2 (Leipzig) 1.3(lief. 43): 1016 (1894) [1896].
Plicaria succosa var. obscuro-olivacea (Vaček) Vaček, Stud. Bot. Čechoslav. 10: 130 (1949).
Plicaria succosa (Berk.) Rehm, Rabenh. Krypt.-Fl., Edn 2 (Leipzig) 1.3(lief. 43): 1016 (1894) [1896] var. succosa.
Classificazione: Fungi, Ascomycota, Pezizomycotina, Pezizomycetes, Pezizomycetidae, Pezizales, Pezizaceae, Peziza
Descrizione macroscopica della raccolta
Ascoma fino a 35 mm, costituito da un apotecio sessile, a forma di coppa con i bordi lievemente involuti ed un po' lobati.
Superficie imeniale liscia, ondulata, gibbosa, di colore grigio scuro, con tonalità brunastre.
Superficie esterna forforacea verso il margine, biancastra, con evidenti tracce gialle dovute al latice ossidato all'interno della carne.
Carne di poco superiore il millimetro, all'inizio pallida o lievemente ocracea, ingiallente per l'emissione di copioso latice, elastica, odore lievemente spermatico.
Descrizione microscopica della raccolta
Spore (17,0) 19,3 - 21,34 - 22,7 (23,4) x (9,1) 10,4 - 12,21 - 13,3 (14,3) µm, Q. = (1,5) 1,6 - 1,76 - 1,8 (2,0), Vol. = (750) 1134 - 1689 - 2089 (2412), ellittiche, cianofile, in prevalenza biguttulate in acqua, ornamentate da grossolane verruche di forma piuttosto variabile, subsferiche, angolose, coniche, quadrangolari o a bottone, alte 1.0 -2,4 µm, tendenti a unirsi formando brevi creste di forma irregolare o da basse e poco evidenti connessioni.
Imenio spesso in media 400 µm.
Aschi (293) 305 - 338 - 367 (373) x (14,8) 15,4 - 18,1 - 22,8 (23,6) µm, cilindrici, contenenti otto spore uniseriate, con apice leggermente ristretto e base aporinca, amiloidi all’apice.
Parafisi (6,1) 6,2 - 8,9 - 11,1 (11,5) µm di larghezza, cilindriche, settate, forcate nell'ultimo setto, con sommità dello stesso spessore o leggermente allargata, contenenti una sostanza granulosa pigmentata di giallastro.
Subimenio pseudoparenchimatico, poco differenziato.
Excipulum medullare spesso in media 150 µm, a textura intricata relativamente fitta, composto da ife cilindriche, settate, con diametro (5,6) 6,4 - 9,9 - 11,9 (15,3) µm, disposta perpendicolarmente all'imenio.
Excipulum ectale spesso in media 650 µm, a textura globulosa formato da cellule sferiche con diametro (19,8) 23,2 - 40,3 -65,0 (68,7) µm, disposte perpendicolarmente all’imenio e inframmezzate da rari connettivi.
Peli (5,5) 5,7 - 8,6 - 11,2 (11,4) µm, 2-3 volte settati, pigmentati di bruno.
Spessore totale della carne inclusi gli aschi di circa 1260 µm.
Materiale studiato ed ambiente della raccolta: ITALIA. F.V.G. Trieste. Località: Borgo San Sergio (monte Castiglione). Coordinate geografiche: 45°37'0.19"N 13°49'24.05"E. Altezza 60 m s.l.m. Habitat: bosco di latifoglia composto da orniello, quercia e carpino nero, su terreno umido argilloso-arenaceo posto ai margini di un torrente, in presenza di numerosi ascomi di Peziza depressa. Raccolta: 2.6.2018 (n°7485). Leg. Picciola P. Determinatori: Zugna M., Picciola P., Belladonna R. & Basili S. Data inserimento in erbario: 18/06/2018.
Osservazioni
Peziza succosa è una specie ampiamente diffusa, cresce in gruppi solitamente di numerosi esemplari, in svariati ambienti: dai boschi di conifera a quelli di latifoglia, così come nelle aree urbane (Chiari et al., 2015), dal livello del mare alla montagna, su diversi tipi di terreno, con una predilezione per i terreni argillosi, ma è stata rinvenuta anche in ambiente nitrofilo, su terra nera, assai concimata ed umida (Garofoli & Baiano, 1996).
Nel territorio triestino la si rinviene a partire dalla zona urbana (parchi cittadini, aiuole) alla fascia periferica soprattutto lungo i margini dei torrenti su substrati arenacei, come nella raccolta in trattazione, fino alle doline dell’altopiano carsico, all’ombra di carpini bianchi e cerri.
Il carattere macroscopico principale che indirizza la sua determinazione è costituito dall’ingiallimento del latice, generalmente abbondante, dapprima incolore e che nel giro di alcuni minuti diviene giallo-zolfo.
Constatato il viraggio del latice si dovrà tenere in considerazione ulteriori caratteri macroscopici, come ad esempio le dimensioni degli apoteci che possono arrivare fino ai 40(80) mm di diametro, la colorazione della superficie imeniale, inizialmente bianco chiara che in seguito assume tinte grigie di varia intensità mescolate a colorazioni nocciola-miele o brunastre.
La sua identità è possibile svelarla con sicurezza soltanto con l’osservazione dei suoi caratteri microscopici i quali evidenziano delle spore in prevalenza biguttulate, di dimensioni 18,5-21,5 x 9-12,5 µm (nella presente raccolta con una media di 21,34 x 12,21 µm), ornate da grossolane verruche, irregolari, singole o riunite in creste allungate, diritte o ricurve e da parafisi leggermente ingrossate alla sommità, larghe 6-11 µm, ramificate in corrispondenza dell’ultimo setto, con contenuto granuliforme di colore bruno-giallastro.
Tra le specie che alla frattura emettono un latice giallo o giallo-verdastro, quella che più si avvicina a P. succosa è senz'altro P. succosella (Le Gal & Romagn.) M.M. Moser ex Avizohar-Hershenzon & Nemlich, distinguibile dalla specie in trattazione per gli ascomi più sottili, di taglia inferiore, fino ai 20-25 mm di diametro e le colorazioni nei giovani ascomi decisamente più scure, sui toni del grigio scuro o grigio-olivaceo-fuligginoso.
Le differenze più importanti tra le due specie risiedono tuttavia negli elementi microscopici.
Peziza succosella è caratterizzata da spore perlopiù monoguttulate, mediamente più corte (17,5-20 x 10-11 µm), decorate da piccole verruche tondeggianti o spigolose, a volte un po’ allungate, disposte regolarmente e da parafisi non ramificate verso l’apice, anch’esse dotate internamente da grossi granuli giallo-bruni.
Altri possibili confusioni possono derivare con la Peziza infuscata Quél. che possiede colorazioni complessive rosso-brunastre o bruno-marroni, latice poco abbondante virante al giallo poco intenso e spore ricoperte da verruche fitte, tondeggianti, regolarmente disposte.
Peziza berthetiana Donadini si distingue per gli apoteci non superiori ai 10-20 mm di diametro, superficie imeniale con un colore violaceo scuro, viola carico e quella esterna giallastro-cognac, le spore più piccole, 15-18 x 8-9 µm, con verruche fini, piuttosto basse e poco fitte, e per la crescita in ambiente mediterraneo, in parchi, giardini, sotto leccio e altre latifoglie con presenza di Pinus pinaster.
Infine menzioniamo Peziza michelii (Boud.) Dennis con superficie imeniale da viola a viola-porpora nei giovani a rossiccio-bruna a maturazione, superficie esterna di colore bruno rossiccio chiaro o bruno grigio, a maturazione con ampie macchie giallastre, spore più piccole, 16-18 x 7-9 µm, decorate da verruche isolate o da fini creste e aschi pleurorinchi.
Bibliografia
Breitenbach J. & F. Kränzlin -1984: Champignons de Suisse. Tome 1. Les Ascomycètes. Lucerne.
Chiari M., G. Giliani, G. Medardi & C. Papetti – 2015: I funghi della città di Brescia. A.M.B., Circolo Micologico G. Carini. Brescia.
Garofoli D. & G. Baiano - 1996: Il genere Peziza I° contributo: specie a lattice ingiallente. R.d.M. (3):233-258.
Hansen K., T. Læssøe & D. H. Pfister – 2002: Phylogenetic diversity in the core group of Peziza inferred from ITS sequences and morphology. Mycological Research 106 (8): 879-902.
Jamoni P.G. - 1997: Lo studio del genere Peziza. Funghi e Ambiente.
Le Gal M. - 1947: Recherches sur les ornementations sporales des discomycétes operculés. Masson et Cie éditeurs. Paris.
Medardi G. – 1994: Genere Peziza Fr. 1822: Fr. 1822, non L. 1753. Studio di alcune specie fimicole e di alcune emettenti latice alla frattura. R.d.M. (2):149-162.
Medardi G. (a cura di) – 2006: Atlante fotografico degli ascomiceti d’Italia. A.M.B. Centro Studi Micologici. Trento.
Photo by: Paolo Picciola
