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APPUNTI SU ALCUNE PEZIZE DEL LITORALE ISTRO-GIULIANO seconda parte


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#1 marinetto

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Inviato 26 settembre 2019 - 12:03

APPUNTI SU ALCUNE PEZIZE DEL LITORALE ISTRO-GIULIANO seconda parte

di Paolo Picciola* e Marino Zugna**

 

(*) Paolo Picciola – Strada di Fiume, 52 - 34137 Trieste (TS) paolo.picciola2@gmail.com

(**) Marino Zugna - Località Rio Storto, 7 - 34015 Muggia (TS) marinozugna@gmail.com

 

Introduzione

Nell’ambito di uno studio finalizzato alla conoscenza della micoflora del litorale orientale dell’Alto Adriatico, gli autori presentano le seguenti specie appartenenti al Genere Peziza Fr.: Peziza boltonii, Peziza depressa, Peziza fimeti, Peziza michelii, Peziza petersii, Peziza phyllogena, Peziza queletii, Peziza succosa, Peziza succosella, Peziza varia, Peziza vesiculosa.

 

Seconda parte: Peziza queletii, Peziza succosa, Peziza succosella, Peziza varia, Peziza vesiculosa.

 

Di ciascuna viene fornita la descrizione dei caratteri macro e microscopici e le immagini degli ascomi in habitat nonché quelle dei caratteri microanatomici essenziali. Ogni descrizione è seguita da brevi commenti e da alcuni confronti con le specie più vicine per agevolarne il riconoscimento.

Gran parte delle raccolte presentate provengono dalla zona periferica della città di Trieste, nei quartieri di Borgo San Sergio e Altura, lungo alcuni corsi d’acqua a regime torrentizio che scorrono su un terreno flyschoide.

Questi ambienti, diversamente dall’altopiano Carsico che è composto da rocce calcaree, si sono rivelati particolarmente adatti alla crescita di diversi ascomiceti per la presenza di terreni umidi e ombreggiati.

Alcune pezize sono state invece reperite su terreni antropizzati ricchi d’humus e/o di residui legnosi e/o di letame quest’ultimo anche posto in coltura: P. varia, P. fimeti e P. vesiculosa.

Altre specie sono state invece trovate nella fascia costiera istriana: P. phyllogena, P. boltonii, P. petersii, P. succosella.

 

Materiali e metodi

Gli ascomi sono stati fotografati in situ mediante fotocamera digitale Nikon D90 (P.P.) e Canon EOS 5D Mark II (M.Z.) e successivamente è stata effettuata una descrizione dei caratteri macroscopici.

Lo studio dei caratteri microanatomici è stato eseguito sia su materiale fresco sia su materiale d’erbario, in quest’ultimo caso reidratato in acqua distillata o una soluzione acquosa d’idrossido di potassio al 5%.

É stata utilizzata acqua distillata come mezzo di governo, il reagente di Melzer per l’accertamento dell'amiloidia di aschi e spore e infine il Blu Cotone lattico a caldo per evidenziare la loro eventuale ornamentazione.

Le misure microscopiche sono state eseguite con il software di calcolo Mycométre prelevabile a questo

indirizzo http://mycolim.free.fr. Le misure sporali si riferiscono a 100 unità ottenute da spore fuoriuscite dagli aschi e senza tenere conto di eventuali ornamentazioni che, nel caso, si sono misurate a parte. Per le rimanenti tipologie cellulari si sono eseguite un minimo di venti misure a tipologia. Le misure sottolineate si riferiscono alle medie.

Le foto concernenti la microscopia sono state eseguite con l’ausilio di una fotocamera Reflex EOS 50D, posta sul terzo occhio di un microscopio biologico Optech Biostar B5, supportato da ottiche Plan-APO, illuminazione alogena 12V-50 W a luce riflessa con regolatore d'intensità.

Per quanto concerne la nomenclatura delle specie presentate si è fatto riferimento alle indicazioni contenute nei siti http://www.indexfungorum.org/ e http://www.mycobank.org.

Gli exsiccata sono depositati nell'erbario del gruppo micologico A.M.B. di Muggia e del Carso.

 

Classificazione: Fungi, Ascomycota, Pezizomycotina, Pezizomycetes, Pezizomycetidae, Pezizales, Pezizaceae, Peziza.

 

Tassonomia

Peziza queletii Medardi, Lantieri & Cacialli, Mycotaxon 128: 204 (2014)

 

Sinonimi: Peziza ampelina Quél., Grevillea 8(47): 116. 1880, nom. illegit., non Peziza ampelina Pass. 1874; Plicaria ampelina Rehm, Rabenh. Krypt. Fl., Ed. 2,1(3): 1003. 1894; Galactinia ampelina (Rehm) Boud., Hist. Class. Discom.

Eur.: 47. 1907

 

Ascoma largo fino a 45 mm di diametro, sotto forma di apotecio irregolare, profondo e semichiuso in gioventù, sessile, tendente a distendersi e a diventare piano con lo sviluppo; orlo da ondulato a largamente lobato, a lungo involuto, tendente a fessurarsi con la crescita.

Superficie imeniale liscia, fortemente ondulata-plissettata, di colore violetto scuro, viola-brunastro.

Superficie esterna dapprima ricoperta da minute pustole giallastre ravvicinate che gli conferiscono un aspetto granuloso-forforaceo, con la crescita assume tonalità biancastre, bianco-grigiastre soffuse d’ocra.

Carne ceracea-cassante, fragile, sottile, chiara.

Spore (18,4)20,2- 22,1 -23,8(25,1) x (7,9)8,8- 9,7 -10,5(11,2) µm, Q. = (1,8)2,0 - 2,2 -2,5(2,8); Vol. = (747)844 – 1112 -1323(1553) µm³; ellittiche, da immature alle volte con una grossa guttula centrale, più frequentemente con due guttule ai poli e altre più piccole sparse.

Aschi (311,8) 311,9 - 328,74 - 350,9 (359,7) x (10,1) 11,4 - 13,83 - 15,0 (15,4) µm, contenenti otto spore uniseriate, J+, cilindrici, base pleurorinca.

Parafisi 2,4 - 3,50 - 4,8 µm, di diametro, ialine, filiformi, brevemente settate, terminali diritti, di pari spessore o leggermente allargati all'apice.

Descrizione degli excipuli: in un esemplare di raccolta, in cui la sezione della carne “comprensiva degli aschi”, misurava all’incirca 1760 µm, abbiamo riscontrato 4 strati.

1/ subimenio spesso 120 µm, textura intricata, disposta prevalentemente perpendicolare all’imenio, formato da ife cilindriche (5,3) 5,4 - 7,64 - 9,2 (9,6) µm, pigmentate di bruno.

2/ excipulum medullare superiore a textura globulosa, spesso 730 µm, composta da cellule ialine, di forma subglobosa o piriforme con diametro (11,8) 18,2 - 25,76 - 47,2 (61,1) µm, orientata prevalentemente in senso parallelo all’imenio, frammiste a ife connettive cilindriche con diametro (6,0) 6,4 - 9,34 - 12,6 (13,5) µm.

3/ excipulum medullare inferiore a textura intricata, spesso 250 µm, disposta prevalentemente perpendicolare all’imenio, pigmentata di bruno chiaro, formata da ife cilindriche (5,1) 6,1 - 8,36 - 11,8 (14,6), µm di diametro, frammiste a cellule subglobose o piriforme (11,8) 12,3 - 18,74 - 25,1 (25,7) µm di µm di diametro.

4/ excipulum ectale a textura prismatica, spesso 260 µm, formata da cellule (9,8) 10,5 - 17,04 - 24,8 (27,2) x (8,3) 8,4 -12,2 - 17,3 (17,5) µm, orientata prevalentemente in senso parallelo all’imenio, pigmentate di brunastro.

Peli esterni (30,1) 31,3 - 57,39 - 88,3 (91,8) x (8,4) 9,3 - 12,8 - 16,3 (17,8) µm, cilindrici, 1-2 (3) volte settati, con apice di pari spessore o leggermente clavato, ialini o finemente incrostati.

 

Materiale studiato ed ambiente di raccolta: ITALIA. F.V.G. Trieste. Località: Monte Castiglione - Rio Storto (Borgo San Sergio). Coordinate geografiche: 45°37'44.90"N 13°49'38.89"E. Altezza 120 m s.l.m. Habitat: greto di un torrente, su terreno argilloso-umido in presenza di Populus nigra. Raccolta: 20.04.2019 (n°7722). Legit. P. Picciola & det. M. Zugna.

 

Osservazioni

P. queletii è una bella specie che si rinviene occasionalmente in primavera in piccoli gruppi o singola, nei boschi e nei giardini umidi e ben ombreggiati. Può inoltre associarsi sia a residui legnosi di Populus molto degradati (Medardi, 2006), probabilmente come avvenuto nella raccolta in trattazione, sia a residui carboniosi.

Macroscopicamente si caratterizza per la superficie imeniale di colore violetto scuro in netto contrasto con la superficie esterna, inizialmente giallastra per la presenza di minute pustole forforacee e che diviene biancastra con il dissolversi degli elementi superficiali che abbiamo riscontrato nei giovani ascomi.

Microscopicamente si caratterizza per le spore di dimensioni (18)19 - 21(22) x 10 - 11 µm, lisce, con due grosse guttule, le parafisi cilindriche, leggermente clavate alla sommità dotate di pigmento granulare intracellulare violaceo, l’excipulum medullare a textura intricata e infine l’excipulum ectale a textura globulosa.

Può essere facilmente scambiata con altre specie dalle colorazioni simili e crescenti negli stessi habitat.

Tra queste menzioniamo P. tenacella W. Phillips [= P. violacea Pers., = P. praetervisa Bres. ss. Dennis, ss. J. Breitenb. & F. Kranz., ss. Phillips, = P. subviolacea Svrček, = Galactinia praetervisa (Bres.) Boud., non P. praetervisa Bres. ss. str. Bres. = P. petersii Berk. = Galactinia sarrazini Boud.; non P. violacea Pers. ss. Boud. & ss. Dennis = P. lobulata (Velen.) Svrček], caratterizzata da spore nettamente più piccole, di dimensioni (10)12-13(15) x 6-7(8) µm, inizialmente lisce e in seguito finemente verrucose.

Il binomio P. queletii è stato coniato recentemente da Medardi et al. (2014) per rimpiazzare il binomio P. ampelina Quelet (1880) da loro riconosciuto illegittimo per la presenza di un altro nome uguale e prioritario di Passerini (1874) che si riferisce a un’altra specie.

 

Peziza queletii

Peziza queletii 01_resize.jpg

 

 

sezione della carne in acqua

Peziza queletii 02_resize.JPG

 

palizzata imeniale in acqua

Peziza queletii 03_resize.JPG

 

1 subimenio 2 exc.med.sup.3 exc.med.inferiore4 exc.ectale

Peziza queletii 04_resize.jpg

 

aschi in Melzer

Peziza queletii 05_resize.JPG

 

aschi in acqua

Peziza queletii 06_resize.JPG

 

base degli aschi in acqua

Peziza queletii 08_resize.JPG

 

parafisi pigmentate in acqua

Peziza queletii 08_resize.JPG

 

spore in acqua

Peziza queletii 09_resize.JPG

 

spore in blu Cotone lattico

Peziza queletii 10_resize.JPG

Immagini Allegate

  • Peziza queletii 07_resize.JPG

Marino Zugna
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Inviato 26 settembre 2019 - 12:08

Peziza succosa Berk., Ann. Mag. nat. Hist., Ser. 1 6: 358 (1841)

SinonimiAleuria succosa (Berk.) Gillet, Champignons de France, Discom.(2): 45 (1879); Galactinia succosa (Berk.) Sacc., Syll. fung. (Abellini) 8: 106 (1889); Galactinia succosa var. infuscata (Quél.) Boud., Hist. Class. Discom. Eur. (Paris): 48 (1907); Otidea succosa (Berk.) Thüm., Mycoth. Univ., cent. 15: no. 1411 (1879); Peziza infuscata Quél., Compt. Rend. Assoc. Franç. Avancem. Sci. 20(2): 465 (1892) [1891]; Plicaria succosa (Berk.) Rehm, Rabenh. Krypt.-Fl., Edn 2 (Leipzig) 1.3(lief. 43): 1016 (1894) [1896]; Plicaria succosa var. obscuro-olivacea (Vaček) Vaček, Stud. Bot. Čechoslav. 10: 130 (1949).

 

Ascoma fino a 35(40) mm di diametro, costituito da un apotecio sessile, a forma di coppa con i bordi lievemente involuti ed un po' lobati.

Superficie imeniale liscia, ondulata, gibbosa, dapprima di colore biancastro, in seguito con riflessi gialli, poi volgente al grigio scuro mescolate a tonalità brunastre.

Superficie esterna forforacea verso il margine, biancastra, con evidenti tracce gialle dovute al latice ossidato all'interno della carne.

Carne spessa 1 mm circa, all'inizio pallida o lievemente ocracea, ingiallente per una abbondante emissione di latice, elastica, odore lievemente spermatico.

Imenio spesso in media 400 µm.

Spore (17,0)19,3 - 21,3 - 22,7(23,4) x (9,1)10,4 - 12,2 - 13,3(14,3) µm, Q. = (1,5)1,6 - 1,7 - 1,8(2,0), Vol. = (750)1134 - 1689 -2089(2412) µm³, ellittiche, cianofile, in prevalenza biguttulate in acqua, ornamentate da grossolane verruche di forma piuttosto variabile, subsferiche, angolose, coniche, quadrangolari o a bottone, alte 1,0 -2,4 µm, tendenti a unirsi formando brevi creste di forma irregolare o da basse e poco evidenti connessioni.

Aschi (293)305 - 338 - 367(373) x (14,8)15,4 - 18,1 - 22,8(23,6) µm, cilindrici, octosporici, aporinchi, con apice leggermente ristretto e amiloide.

Parafisi 4,5-6,2 µm di diametro, cilindriche, settate, forcate nell'ultimo setto, con sommità dello stesso spessore o allargata fino a 10 (11) µm, contenenti una sostanza granulosa pigmentata di giallastro.

Subimenio pseudoparenchimatico, poco differenziato.

Excipulum medullare superiore spesso in media 150 µm, a textura intricata relativamente fitta, composto da ife cilindriche, settate, con diametro (5,6)6,4 - 9,9 - 11,9(15,3) µm, disposte perpendicolarmente all'imenio.

Excipulum medullare inferiore spesso in media 650 µm, a textura globulosa formato da cellule sferiche con diametro (19,8)23,2 - 40,3 - 65,0(68,7) µm, inframmezzate da rari connettivi.

Excipulum ectale spesso 150 µm, poco differenziato dallo strato precedente, costituito da cellule globose di piccolo calibro mescolate ad ife subcilindriche, settate, a struttura intricata lassamente intrecciate e meno evidente di quelle che compongono l’excipulum medullare superiore.

Peli (5,5)5,7 - 8,6 - 11,2(11,4) µm, da due a tre volte settati, pigmentati di bruno.

 

Materiale studiato ed ambiente di raccolta: ITALIA. F.V.G. Trieste. Località: Borgo San Sergio (monte Castiglione). Coordinate geografiche: 45°37'0.19"N 13°49'24.05"E. Altezza 60 m s.l.m. Habitat: bosco di latifoglia composto da orniello, quercia e carpino nero, su terreno umido argilloso-arenaceo posto ai margini di un torrente, in presenza di numerosi ascomi di Peziza depressa. Raccolta: 2.6.2018 (n° 7485). Leg. P. Picciola. Determinatori: M. Zugna, P. Picciola, R. Belladonna & S. Basili.

 

Osservazioni

P. succosa è una specie ad ampia diffusione che cresce in svariati ambienti, dai boschi di conifera a quelli di latifoglia, come pure nelle aree urbane (Chiari et al., 2015), dal livello del mare alla montagna, su diversi tipi di terreno, con una predilezione per i terreni argillosi, eccezionalmente anche in ambiente nitrofilo, su terra nera, assai concimata ed umida (Garofoli & Baiano, 1996). Generalmente cresce a gruppi di numerosi esemplari.

Nel territorio triestino P. succosa è stata rinvenuta in ambiente urbano (parchi, aiuole), nei boschetti di latifoglia su terreno flyschoide, soprattutto lungo i margini di torrenti e nelle doline dell’altopiano Carsico, all’ombra di carpini bianchi e cerri.

Il carattere macroscopico principale che indirizza il suo riconoscimento è costituito dall’ingiallimento del latice, generalmente abbondante, dapprima incolore e che nel giro di alcuni minuti volge al giallo-zolfo.

Oltre al viraggio si dovrà considerare le dimensioni degli apoteci che possono arrivare fino ai 40(80) mm di diametro, la colorazione della superficie imeniale, inizialmente bianco chiara e che soltanto con la maturazione assumerà tinte grigiastre di varia intensità mescolate a colorazioni nocciola-miele o brunastre.

Tuttavia, la sua identità è possibile svelarla con certezza soltanto a livello microscopico. Le sue spore sono in prevalenza biguttulate, di dimensioni 18,5-21,5 x 9-12,5 µm (nella presente raccolta con una media di 21,3 x 12,2 µm), ornate da grossolane verruche, irregolari, singole o riunite in creste allungate, diritte o ricurve, alte fino a 2 µm, le parafisi sono ramificate nell’ultimo setto, con contenuto granuliforme di colore bruno-giallastro e gli aschi sono aporinchi.

Tra le specie che alla frattura secernono un latice giallo o giallo-verdastro, quella che più si avvicina a P. succosa è senz'altro P. succosella (Le Gal & Romagn.) M.M. Moser ex Avizohar-Hershenzon & Nemlich. Quest’ultima possiede ascomi più sottili, di taglia inferiore, fino ai 20-25 mm di diametro e delle colorazioni che nei giovani ascomi sono decisamente più scure, sui toni del grigio scuro o grigio-olivaceo-fuligginoso.

Tuttavia, le differenze più rimarchevoli tra le due specie risiedono in alcuni elementi microscopici.

P. succosella è caratterizzata da spore in prevalenza monoguttulate, mediamente più corte (15-18 x 9-12 µm), decorate da piccole verruche tondeggianti o spigolose, a volte un po’ allungate, disposte regolarmente, alte fino a 1 µm e da parafisi non ramificate verso l’apice.

Altre confusioni possono derivare con la P. infuscata Quél. che possiede colorazioni complessive rosso-brunastre o bruno-marroni, latice poco abbondante virante al giallo poco intenso e spore ricoperte da verruche fitte, tondeggianti, regolarmente disposte.

P. berthetiana Donadini si distingue per gli apoteci non superiori ai 10-20 mm di diametro, la superficie imeniale con un colore violaceo scuro, viola carico e quella esterna giallastro-cognac, le spore più piccole, 15-17,5 x 8-9 µm, con verruche fini, piuttosto basse e poco fitte e per la crescita in ambiente mediterraneo, in parchi, giardini, sotto leccio e altre latifoglie con presenza di Pinus pinaster.

Infine, menzioniamo P. michelii (Boud.) Dennis con superficie imeniale da viola a viola-porpora nei giovani a rossiccio-bruna a maturazione, superficie esterna di colore bruno rossiccio chiaro o bruno grigio, a maturazione con ampie macchie giallastre, spore più piccole, 16-18 x 7-9 µm, decorate da verruche isolate o da fini creste e aschi pleurorinchi.

 

Peziza succosa

Peziza succosa 01_resize.jpg

 

sezione della carne in acqua

Peziza succosa 02_resize.jpg

 

1 subimenio, exc.med.sup. 2 exc.med.sup.3 exc.med.inferiore 4 exc.ectale

Peziza succosa 03_resize.jpg

 

1 subimenio, 2 exc.med.sup., 3 exc.med.inferiore, 4 exc.ectale.

Peziza succosa 04_resize.jpg

 

aschi in blu Cotone lattico

Peziza succosa 05_resize.jpg

 

aschi e parafisi in blu Cotone lattico

Peziza succosa 06_resize.jpg

 

parafisi in blu Cotone lattico

Peziza succosa 07_resize.jpg

 

spore in acqua

Peziza succosa 08_resize.jpg

 

spore in blu Cotone lattico

Peziza succosa 09_resize.jpg


Marino Zugna
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Inviato 26 settembre 2019 - 12:08

Peziza succosella (Le Gal & Romagn.) M.M. Moser ex Aviz. -Hersh. & Nemlich, Kleine Kryptogamenflora von Mitteleuropa - Ascomyceten (Schlauchpilze) IIa: 96 (1963)

 

Basionimo: Galactinia succosella Le Gal & Romagn., Revue Mycol.: 113 (1940)

 

Ascoma 5- 15 mm di diametro, all’inizio sub rotondeggiante, successivamente a forma di coppa, infine spianato, sessile; margine a lungo rivolto verso l’imenio, intero o accidentalmente fessurato, finemente crenulato, da concolore a leggermente più scuro.

Superficie imeniale liscia, fin dall’inizio grigia piuttosto scura, bruno-olivacea, grigio-olivacea-fuligginosa.

Superficie esterna da biancastra a bianco-grigiastra, fino a grigio-chiaro, da finemente a vistosamente forforacea.

Carne poco consistente e piuttosto aquosetta, biancastra, alla frattura secernente un latice dapprima bianco, velocemente virante al giallo, poi al giallo-verdastro ed infine al giallo zolfo, il quale va a macchiare le carni. Lo stesso colore si riscontra nell’acqua usata per la reidratazione dei reperti essiccati; sapore e odore leggermente spermatici.

Imenio spesso in media 280 µm, molto scuro, soprattutto nella porzione sommitale.

Spore (14,1)14,8 - 15,1 - 16,9(17,7) x (7,5)7,9 - 8,4 - 9,1(9,4) µm, Q. = (1,6)1,7 - 1,8 - 1,9(2,0), Vol. = (439)487 - 513,6 -713(796) µm³, ellittiche, in alcuni casi con i poli leggermente appiattiti, uniseriate, cianofile, perlopiù monoguttulate, solo raramente biguttulate, ornamentate da verruche alte meno di 1 µm, di forma piuttosto regolare, libere, in alcuni casi riunite a formare brevi creste, mai confluenti in un reticolo.

Aschi 246,4 -288,4- 308,8 x 12,2 -12,6-14,3 µm, cilindrici, amiloidi, contenenti otto spore uniseriate, aporinchi.

Parafisi cilindriche, settate, non forcate, larghe 4,5 - 5,5 µm, con sommità capitulata, larga fino 20 µm, contenen­ti abbondante granulazioni di colore giallo-brunastre.

Subimenio spesso in media 40 µm, a textura angularis, formato da cellule prismatiche, spesse in media 11,4 - 12,9 -16,7 x 7,7 - 9,2 - 13,3 µm, Vol.m.= 671,9 µm³. Questo insieme, visto in sezione, si dimostra leggermente più scuro dello strato sottostante.

Excipulum medullare superiore spesso in media 90 µm, a textura intricata, formato da ife cilindriche, settate, con diametro 4,5- 6,1 -9,5 µm, disposte perpendicolarmente all’imenio, miste con laticiferi cilindrici e cellule più o meno subglobulose, con diametro 8,8 - 16,1 - 29,7 µm.

Excipulum medullare inferiore spesso in media 150 µm, a textura globulosa con tendenza a globulosa-angularis, composto in prevalenza da cellule subglobose con diametro 7,0 - 11,1 - 21,1 µm, disposte perpendicolarmente all’imenio, frammiste a rare ife connettive più o meno cilindriche, con diametro simile a quelle dello strato soprastante.

Excipulum ectale spesso in media 40 µm, a textura globulosa-angularis, formato da cellule, simili a quelle dello strato superiore e da questo poco differenziato e da una serie di brevi ife cilindriche esterne, 1-2 volte settate, disposte in palizzata, con elementi terminali leggermente clavati, di dimensioni 17,8 - 23,7 - 33,0 x 6,0 - 7,5 - 10,5 µm.

 

Materiale studiato ed ambiente di raccolta: 

CROAZIA. Provincia: Pola. Comune: Tar/Torre. Località: Lanterna. Coordinate geografiche: 45°17'51.46"N13°34'34.73"E. Altezza 24 m s.l.m. Habitat: bosco litoraneo di Quercus ilex, su terreno calcareo-argilloso ricoperto da muschi. Raccolta: 10.12.2015 (n° 5782). Legit. J. Mocnjk & det. M. Zugna.

 

Osservazioni

P. succosella è una specie strettamente affine a P. succosa, dalla quale si riconosce per le piccole dimensioni, (apoteci fino a 20 mm di diametro), la carne sottile e le colorazioni iniziali grigiastre scure della superficie imeniale che possono volgere al limite del nero in condizioni di tempo umido.

Sul piano microscopico si distingue dalla sua simile per le spore prevalentemente monoguttulate, ornate da piccole verruche, le parafisi non forcate all’apice e l’excipulum ectale differenziato dallo strato superiore a textura globulosa-angularis.

Tra le Peziza a latice giallo-inverdente potrebbe essere confusa con P. berthetiana Donadini che possiede un quadro microscopico sovrapponibile a quello di P. succosella ma che si distingue sul piano macroscopico per la superficie imeniale con tonalità violacee vinose.

 

Peziza succosella

Peziza succosella 01_resize.jpg

 

sezione della carne in acqua

Peziza succosella 02_resize.jpg

 

palizzata imeniale in acqua

Peziza succosella 03_resize.jpg

 

1 subimenio, exc.med.sup. 2 exc.med.inferiore, exc.ectale

Peziza succosella 04_resize.jpg

 

1subimenio, 2exc.med.sup., 3exc.med.inferiore, 4exc.ectale

Peziza succosella 05_resize.jpg

 

aschi in acqua

Peziza succosella 06_resize.jpg

 

base degli aschi in acqua

Peziza succosella 07_resize.jpg

 

parafisi pigmentate in acqua

Senza titolo-2_resize.jpg

 

spore in acqua

Peziza succosella 10_resize.jpg

 

spore in blu Cotone lattico

Peziza succosella 11_resize.jpg


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Inviato 26 settembre 2019 - 12:08

Peziza varia (Hedw. Fr.) Alb. & Schwein., Conspectus Fungorum in Lusatiae superioris: 311 (1805)

 

Basionimo: Octospora varia Hedw., Descr. micr.-anal. musc. frond.: 22, t. 6D (1789) [Sanzionato: Octospora varia Hedw.: Fr., Systmycol. 2 (1): 61, 1822]

SinonimiAleuria varia (Hedw.) Boud. Icon. Mycol. (Paris) 4: 145 (1905); Aleuria varia var. terrestris (Bres.) Pat. Bull. soc. Hist. nat. Autun 17: 153 (1904); Galactinia varia (Hedw.) Le Gal, Bull. trimest. Soc. mycol. Fr. 78: 210 (1962); Geopyxis varia (Hedw.) Rehm, in Winter, Rabenh. Krypt. - Fl. Edn 2 (Leipzig) 1.3(lief. 42): 975 (1894) [1896]; Humaria varia (Hedw.) Sacc. Syll. fung. (Abellini) 8: 142 (1889); Peziza varia var. pallens Alb. & Schwein. Consp. fung. (Leipzig): 311 (1805); Pustularia varia (Hedw.) Sacc. Syll. fung. (Abellini) 8: 71 (1889); Peziza micropus Pers. Icondescrfung2: 30, tab. 8.fig. 3 (1800): Fr., Systmycol2: 54 (1822); Peziza cerea Fr., Systmycol2: 52 (1822): Fr., loccit.; non Pcerea Bull. HerbFr.: tab. 44 (1780).

 

Ascoma largo 20-40(60) mm, costituito da un apotecio profondamente cupolato, sessile o subsessile.

Superficie imeniale liscia, all’inizio di colore ocraceo, a maturità color nocciola chiaro.

Superficie esterna inizialmente ricoperta da uno strato forforaceo di colore biancastro che tende a dissolversi con lo sviluppo facendo emergere la superficie sottostante liscia, presto concolore all’imenio, schiarente a maturità (debolmente ingrigente in exsiccatum), bordo intero, sinuoso, a tratti lobato, liscio o finemente crenulato, a maturazione brevemente fessurato, con ampie depressioni o pieghe in corrispondenza dello pseudostipite.

Carne ceracea, abbastanza aquosetta, punta con uno spillo non secerne alcun liquido, di color ocra chiaro, con quattro strati visibili con una lente, lo strato mediano ci risulta poco diversificato; sapore erbaceo, dolce; odore da fresco erbaceo o di spinaci lessati, in fase d’essicazione spermatico. 

Spore (13,0)14,3 - 15,5 - 16,6(17,4) x (7,8)8,3 - 9,7 - 10,5(10,9) µm, Q. (1,3)1,4 - 1,6 - 1,7(1,9), Vol. = (432,4)518,6 - 785,5 - 950,5(1013,3) µm³, ellissoidali, non guttulate, ialine, apparentemente lisce, se osservate con l’olio da immersione in Blu Cotone Lattico a caldo risultano finemente verrucose.

Aschi (258)259 - 276 - 288(288) x (10,2)10,6 - 12,5 - 14,7(14,7) µm, cilindrici, octosporici, pleurorinchi, amiloidi all’apice.

Parafisi (2,6)2,8 - 3,3 - 3,9(4,3) µm di diametro, cilindriche, settate, apice appena allargato, ialine.

Imenio largo circa (261) - 283 - (300) µm.

Subimenio spesso in media 100 µm, a textura globulosa formato da cellule subglobose frammiste a piriformi misuranti (16)17 - 23 - 31(32) x (9)10 - 13 - 6(18) µm.

Excipulum medullare superiore spesso in media 586 µm, a textura globulosa, orientata prevalentemente in senso perpendicolare all’imenio, formato da cellule globose, subglobose e piriformi, con diametro (37)38 - 67 - 92(101) x (26)29 - 50 - 70(76) µm, frammisto a ife cilindriche, settate, parallele all’imenio.

Excipulum medullare medio spesso in media 192 µm, a textura intricata formata da ife cilindriche con diametro (6)7- 9 - 4(15) µm, disposte prevalentemente perpendicolarmente all’imenio.

Excipulum medullare inferiore spesso in media 440 µm, a textura globuloso-angularis, formato da cellule globose, subglobose e piriformi, misuranti (37)42 - 71 - 105(121) x (29)33 - 56 - 84(87) µm, frammiste a poche ife cilindriche, settate, disposte parallelamente all’imenio.

Excipulum ectale spesso in media 171 µm, a textura globulosa, composto da cellule subglobose con diametro (12)13 - 23 - 33(39) x (11)12 - 20 - 28(30) µm. Lo strato più esterno è formato da ife cilindriche intricate e più o meno catenulate, di dimensioni (41,5)46,0 - 53,0 - 60,6(69,5) x (7,0)8,0 - 9,0 - 10,0(11,0) µm, disposte prevalentemente parallele all’imenio, con articoli terminali con apice di pari spessore o appena più largo.

 

Materiale studiato ed ambiente di raccolta: ITALIA. F.V.G. Trieste. Località: Trieste città - Ponziana. Coordinate geografiche: 45°38'10.89"N 13°46'47.37"E. Altezza 25 m s.l.m. Habitat: substrato composto da frustoli legnosi mescolati a terriccio. Raccolta: 13.04.2018 (n° 7473). Leg. P. Picciola & det. M. Zugna. Raccolta composta da una cinquantina di ascomi a crescita cespitosa-appressata. Località: Trieste città: via dell’Istria Coordinate geografiche: 45°38'12.25"N 13°47'05.19"E. Altezza 71 m s.l.m. Habitat: su frustoli legnosi mescolati a terriccio. Raccolte: 21.05.2019 (n° 7731); 30.05.2019 (n° 7734). Legit. P. Picciola & det. M. Zugna.

 

Osservazioni

Peziza varia è una specie ad ampia distribuzione potendosi sviluppare su diversi tipi di substrato: residui legnosi di latifoglie anche interrati, terriccio humoso, terreno da serra, sterco, residui bruciati, edili, tessili o cartacei (Hansen et al., 2002; Chiari et al., 2015).

Le raccolte da noi studiate sono state effettuate in ambiente urbano, su un substrato composto da frustoli legnosi di latifoglia mescolato a terriccio. Gli ascomi tendevano a crescere appressati, perfino cespitosi e deformati per la reciproca compressione.

Per quanto concerne la sua variabilità, gli studi filogenetici e morfologici condotti da Hansen et al. (2002) hanno accertato la conspecificità di Peziza varia con altre specie fulcranti attorno ad essa, quali ad esempio: P. cerea Fr. e P. micropus Pers.

In questo lavoro appena menzionato gli autori hanno inoltre rigettato il binomio P. repanda Pers. definendolo un nomen confusum.

Peziza varia si riconosce sul campo per la superficie esterna inizialmente forforacea, che diviene biancastra con tempo asciutto per la sua igrofania, le colorazioni bruno chiare, l’assenza di latice alla contusione, la carne pluristratificata che può presentare fino a cinque strati ben visibili alla lente.

Microscopicamente si caratterizza per la presenza di spore ellissoidali, di dimensioni nei valori medi di 15,58 x 9,76 µm, apparentemente lisce, ma finemente verrucose a mille ingrandimenti con l’olio da immersione in Blu Cotone Lattico a caldo (osservazioni personali!). L’ornamentazione sporale è ben evidenziata e supportata al SEM (Hansen et al., 2002).

Sebbene gran parte della letteratura da noi consultata accrediti a questa specie la presenza di parafisi moniliformi, con elementi che raggiungono i 20 µm di larghezza nelle porzioni più ampie, la nostra raccolta ha evidenziato, invece, delle parafisi cilindriche, piuttosto regolari, larghe in media appena 3,3 µm.

Queste osservazioni concordano con quanto riportato da Hansen et al. (2002) che rifacendosi alle osservazioni di Donadini (1980) e Kullman (1995) secondo i quali le parafisi rigonfie si formerebbero in presenza di elevati livelli di umidità in determinati microambienti. Pertanto, tale carattere non può essere considerato affidabile per separare Peziza varia, a parafisi moniliformi, da P. cerea e P. micropus, a parafisi cilindriche. Pertanto, sulla base di queste osservazioni siamo propensi a ritenere che P. varia, a seconda dello stadio di sviluppo dei carpofori e del grado di umidità ambientale, possa sviluppare delle parafisi sia cilindriche, come nella raccolta in questione, sia moniliformi, come riportato nella maggior parte della letteratura da noi consultata.

 

Peziza varia

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sezione della carne in acqua

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palizzata imeniale in acqua

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1subimenio, 2exc.med. sup. 3exc.med. sup. e medio 4exc.med. inferiore e ectale

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1exc.med. sup. 2exc.med. sup. 3exc.med. medio 4exc.med.inferiore e ectale

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aschi in Melzer

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aschi in Rosso Congo

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parafisi in acqua

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spore in acqua

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spore in blu Cotone lattico

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Marino Zugna
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Peziza vesiculosa Bull.: Fr., Syst. Mycol. 2: 52 (1823)

 

BasionimoPeziza vesiculosa Bull., Hist. Champ. Fr., t. 457, f.1, (1791)

Sinonimi: Pustularia vesiculosa (Bull.: Fr.) Fuckel, Jb. Nassau. Ver. Naturk. 23-24 : 329 (1870); Aleuria vesiculosa (Bull.: Fr.) Gillet, Champ. Fr., Discom.: 45 (1879); Peziza spenceri Colenso, Trans. Proc. N. Z. Inst. 22: 458 (1890); Lachnea spenceri (Colenso) Sacc., Syll. Fung. 11: 400 (1895); Galactinia vesiculosa (Bull.: Fr.) Le Gal, Discom. Madag.: 33 (1953); Aleuria isochroa (Pers.) Boud., Hist. Class. Discom. Eur. (Paris): 43 (1907). 

 
Ascoma sotto forma di apotecio fino a 120(150) mm di diametro, a crescita isolata, gregaria, fino a fortemente cespitosa; dapprima a forma di piccola coppetta semichiusa, subglobosa, poi a forma di coppa profonda, a maturità completamente piano; sessile o molto brevemente stipitato.
Superficie imeniale liscia, irregolare, vescicolosa per lo scollamento dell’imenio, di colore ocraceo-giallastro chiaro, poi ocra-nocciola, in vecchiaia tendente al bruno.
Superficie esterna opaca, concolore all’imenio o un po' più scura, ricoperta da grossolane granulazioni brunastre (pustole) più fitte verso l’orlo, avvolta parzialmente o quasi completamente da uno strato feltroso biancastro; orlo inizialmente involuto, fessurato o intero, poi diritto.
Carne spessa in media 2-3 mm, fino a 5 mm alla base, all’inizio di colore biancastro, poi ocra-brunastra, acquosa, di consistenza molto fragile, stratificata alla lente; odore leggermente spermatico.
Spore (18,4)19,0 - 20,1 - 21,4(22,2) x (10,6)11,0 - 11,3 - 12,1(12,5) µm, Q = (1,5)1,6 - 1,7 - 1,8(1,9) µm, Vol. = 1089 - 1289 - 1757 µm³, ellittiche, lisce, prive di guttule in ogni stadio di vita.
Aschi 301,9 - 318,8 - 333,0 x 14,8 - 16,1 - 17,1 µm, Vol. m = 43123 µm³; cilindrici, octosporici, pleurorinchi, amiloidi all’apice.
Parafisi 3,1- 4,4 - 5,6 µm di diametro, cilindriche, brevemente settate, non ramificate, terminali leggermente allargati con apice spesso 4,9 - 6,3 - 7,1 µm, spesso interessata da fortulismo nei setti interni, con spessore 6,3 - 15,6 - 18,1 µm, finemente granulose, ialine.
Imenio spesso all’incirca 350 µm.
Subimenio spesso all’incirca 120 µm, a textura angularis, composto da cellule subisodiametriche 9,5 - 13,1 - 23,7 x 7,5 -10,4 - 15,6 µm, ben differenziato dall'excipulum medullare sottostante.
Excipulum medullare superiore spesso all’incirca 700 µm, a textura globulosa, composto da cellule globose 26,9 - 62,3 - 170,3 x 26,1 - 40,5 - 104,8 µm, frammiste a connettivi più o meno cilindrici, spesso ristretti ai setti, con diametro 7,8 - 10,0 - 25,6 µm.
Excipulum medullare medio spesso all’incirca 320 µm, a textura intricata, composto da ife filamentose piuttosto corte, con diametro 6,2 - 8,4 - 14,0 µm, negli strati più esterni frammiste a cellule subglobulose con diametro 14,1 - 19,0 - 25,2 µm.
Excipulum medullare inferiore spesso all’incirca 500 µm, a textura globulosa, composto da cellule da subglobose a inflate 58,3 - 97,0 - 166,7 x 40,6 - 55,6 - 99,1 µm, disposte perpendicolarmente all’imenio.
Excipulum ectale spesso all’incirca 160 µm, a textura globulosa, composto da cellule globose 21,4 - 35,2 - 49,0 x 21,9 - 29,2 - 45,6 µm, brevemente settate, frammiste a ife cilindriche 5,4 - 9,1 - 13,2 µm, parzialmente incrostate, da ialine a brunastre.
 

Materiale studiato ed ambiente di raccolta: ITALIA. F.V.G. Trieste. Località: Borgo San Sergio (via di Peco). Coordinate geografiche: 45°37'27.06"N 13°49'46.16"E. Altezza 85 m s.l.m. Habitat: su terreno agricolo concimato con letame equino mescolato a frustoli legnosi. Raccolta: 11.05.2019 (n° 7726). Legit. P. Picciola. Det. M. Zugna & P. Picciola.

 

Osservazioni
Si tratta di una specie cosmopolita ben caratterizzata sul piano macroscopico per la taglia da media a grande, per gli ascomi profondamente cupolati, per il distacco dell’imenio dalla carne sottostate, per i ricettacoli tendenti a crescere appressati, subcespitosi, sovente schiacciati per la reciproca compressione, per la carne pluristratificata e per la presenza di pustole sulla superficie esterna solitamente rivestita in gioventù da un feltro biancastro.

Il riconoscimento di P. vesiculosa è ulteriormente facilitato dal suo habitat di crescita costituito da substrati ricchi di materiale organico: terreno concimato con letame equino o bovino, paglia mista a letame, oppure residui legnosi (segatura o frustoli) mescolati con terriccio o letame.
Microscopicamente presenta delle grandi spore lisce e la carne è composta da cinque strati, tre dei quali appartenenti all’excipulum medullare.

Tra le specie a spore lisce e a carne pluristratificata P. vesiculosa si avvicina a P. varia (Hedw. Fr.) Alb. & Schwein che possiede un excipulum medullare medio con spessore molto basso (fino a 190 µm) e spore di taglia notevolmente inferiore (lunghe al massimo 16 µm).

Su sterco equino e bovino cresce anche P. fimeti (Fuckel) E. C. Hansen, la quale può essere facilmente scambiata con ricettacoli minuti di P. vesiculosa. Le due specie presentano colorazioni molto simili e le dimensioni sporali sono in parte sovrapponibili. La loro distinzione si basa essenzialmente nella struttura della carne, in quanto P. fimeti possiede l’excipulum medullare costituito da un solo strato di textura globulosa.

 

 

Peziza vesiculosa

Peziza vesiculosa 01_resize.jpg

 

sezione della carne in acqua

Peziza vesiculosa 02_resize.JPG

 

palizzata imeniale in acqua

Peziza vesiculosa 03_resize.JPG

 

1subimenio, 2exc.med.sup., 3exc.med.mediano, 4exc.ectale

Peziza vesiculosa 04_resize.jpg

 

aschi in Melzer

Peziza vesiculosa 05_resize.JPG

 

aschi in acqua

Peziza vesiculosa 06_resize.JPG

 

parafisi in acqua

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parafisi, fortulismo, in acqua

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spore in acqua

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spore in blu Cotone lattico

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Inviato 26 settembre 2019 - 12:35

Bibliografia citata nel testo

Chiari M., G. Giliani, G. Medardi & C. Papetti – 2015: I funghi della città di Brescia. A.M.B., Circolo Micologico G. Carini. Brescia.

Donadini J.C. – 1980: Le genre Peziza (suite). Fortoulisme. Critères taxinomiques ches les Discomycètes operculés. Documents mycologiques 11:27-30.

Doveri F. – 2004: Funghi fimicoli Italici. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici.

Garofoli D. & G. Baiano – 1996: Il genere Peziza I° contributo: specie a lattice ingiallente. Rivista di Micologia (3): 233-258.

Grelet L. J. – 1979 : Réédition Les discomycètes de France d’aprés la classifications de Boudier.

Hansen K., T. Læssøe & D. H. Pfister – 2002: Phylogenetic diversity in the core group of Peziza inferred from ITS sequences and morphology. Mycological Research 106 (8): 879-902.

Kullman B. – 1995: Peziza varia – a moisture loving guest in our homes. Estonian Nature 8:219.

Lantieri A. – 2004: Alcuni Ascomiceti interessanti dei litorali sabbiosi della Sicilia sud-orientale (I°contributo). Rivista di Micologia (3): 229-241.

Lantieri A. & G. Medardi – 2017: Revisione di alcune raccolte di Peziza depositate da Donadini nell’Erbario di Montpellier (MPU) – Francia. Rivista di Micologia 60(2): 145-164.

Marchetti M., G. Monti., L. Gorreri & P. Franchi - 2001: Funghi di ambienti dunali. Indagine negli ecosistemi dunali del Parco Naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli. Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli - Università degli Studi di Pisa, Dipartimento di Scienze Botaniche.

Medardi G. (a cura di) – 2006: Atlante fotografico degli ascomiceti d’Italia. A.M.B. Centro Studi Micologici. Trento.

Medardi G., L. Angela & G. Cacialli – 2014: Nomenclatural revision of four Peziza species. Mycotaxon (128): 203-204.

Medardi G. & G. Consiglio – 2013: Contributo alla conoscenza del Genere Peziza. Specie interessanti dell’Erbario AMB – 1. Rivista di Micologia (1): 49-71.

 

Bibliografia consultata

Baiano G. & D. Garofoli – 2000 - Un discomicete raccolto in Piemonte (Italia) Peziza polaripapulata (Moravec) Hansen 1998. Mycol. Monten. III (1) : 57-62.

Breitenbach J. & F. Kränzlin –1984: Champignons de Suisse. Tome 1. Les Ascomycètes. Lucerne.

Cacialli G., V. Caroti & F. Doveri – 1995: Funghi fimicoli e rari o interessanti del litorale toscano. Schede di Micologia. Vol. 1. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici. Trento.

Dennis R.W.G. -1981: British Ascomycetes. Vaduz, 585 pp. + addenda and corrigenda (avec planches).

Donadini J.C. – 1981: Le genre Peziza dans le Sud-Est de la France, avec clé du genre pour la France. Université de Provence. Marseille, 199 pp. (+ planches).

Dougoud R. – 2001: Clé des Discomycétes carbonicoles Documents Mycologyques, Tome XXX Fasc.120.

Dougoud R. – 2002: Contribution à la connaissance de qualques Discomycétes operculés rares ou méconnus. Fungi non Delineati; Pars XVIII.

Franchi P., L. Gorreri, M. Marchetti & G. Monti – 1992: Funghi e cenosi di aree bruciate. Pisa.

Garofoli. D. –1989: Peziza fimeti ss. Donadini, Gamundi. Funghi e Ambiente fasc. 5.

Jamoni P.G. – 1997: Lo studio del genere Peziza. Funghi e Ambiente.

Jamoni P.G. – 2000: Chiavi determinative delle Peziza III. Pezize blu-violacee. Funghi e Ambiente (83):35-38.

Lantieri A. – 2005: Studio tassonomico su alcune Pezizales (Ascomycota) della Riserva Naturale Orientata “Pino d’Aleppo” – Sicilia orientale. Rivista di Micologia (1): 65-82.

Le Gal M. – 1947: Recherches sur les ornementations sporales des Discomycétes operculés. Masson et Cie éditeurs. Paris.

Medardi G. – 1994: Genere Peziza Fr. 1822: Fr. 1822, non L. 1753. Studio di alcune specie fimicole e di alcune emettenti latice alla frattura. Rivista di Micologia (2):149-162.

Monti G., L. Gorreri, M. Marchetti & P. Franchi – 1992: Funghi e cenosi di aree bruciate. Pacini Editore. Pisa.

Van Vooren N. – 2012: Discomycètes rares ou remarquables récoltés en 2011 ͬ ͤ partie: Pezizales. Ascomycete.org. 4(3):35-54.

Van Vooren N. – 2014: Contribution à la connaissance des Pézizales (Ascomycota) de Rhône-Alpes. - vol. 2. Cahiers de la FMBDS n° 4.


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